Arrivano nuove modifiche al decreto Aiuti Quater e ora c’è la possibilità per i cessionari del credito di imposta di “riscuotere” la cessione del credito acquisita in 10 rate annuali e non in 4-5 come in precedenza. Ecco cosa cambia.
Cessione del credito in 10 anni per il Superbonus 110%
Il Superbonus 110% continua a mettere in difficoltà il Governo che, dopo aver riportato il credito riconosciuto a fronte della realizzazione di lavori trainanti e trainati al 90% per tutti coloro che non consegnano la Cilas entro il 25 novembre, ora sta pensando a come aiutare coloro che si sono ritrovati con i crediti bloccati in quanto non trovano un cessionario.
In base alle ultime dichiarazioni dovrebbe esserci una modifica alla legge 34 del 2020 istitutiva del Superbonus 110%. In seguito a questa modifica la cessione del credito o lo sconto in fattura disposti in favore dei soggetti di cui all’articolo 121, comma 1, lettere a) e b), del medesimo decreto legge n. 34 del 2020, possono essere ripartite in quote annuali, di pari importo, fino a 10 anni, su richiesta del cessionario. Le disposizioni attuali prevedono che la detrazione per gli interventi che danno diritto al superbonus sia ripartita in 5 quote annuali, ma a partire dal 1° gennaio 2022 le quote sono state ridotte a 4.
Questa norma troverebbe applicazione per le operazioni di cessione o sconto in fattura perfezionatesi entro il 10 novembre 2022 e quindi non per il futuro. L’obiettivo è proprio quello di sbloccare le operazioni già ammesse e che non trovano copertura attraverso la cessione del credito. Con questa disposizione le imprese e le banche avranno più tempo per scontare i crediti maturati attraverso le loro imposte e di conseguenza dovrebbero più facilmente concedere tale beneficio. Le modalità attuative del provvedimento dovrebbero poi essere rese note dall’Agenzia delle Entrate con separato provvedimento.
Cessione del credito in 10 anni: le banche potrebbero ridurre le quote riconosciute
C’è però da dire che recuperare le somme in 10 anni per banche e imprese comunque costituisce un fardello da portarsi dietro e può portare problemi di liquidità, ecco perché con molta probabilità i soggetti che eserciteranno tale opzione potrebbero far scontare questa scelta ai proprietari/cedenti. Questo avverrebbe attraverso il riconoscimento di una percentuale di credito inferiore rispetto a quella finora riconosciuta.
Nel frattempo ricordiamo che sia Poste Italiane, sia Banca Intesa hanno per ora bloccato le operazioni di cessione del credito in seguito alle sentenze che hanno bloccato il dissequestro delle cessioni.
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