Prende sempre più quota l’ipotesi di una modifica al reddito di cittadinanza che dovrebbe essere sostituito dal reddito di sussistenza. Ecco quali sono le ipotesi allo studio.
Dal reddito di cittadinanza al reddito di sussistenza
Terminata la fase in cui tutte le potenziali riforme promesse dal centro-destra erano nebulose, si profila quello che potrebbe essere il reale cambiamento anche del reddito di cittadinanza. Ricordiamo che dall’Unione Europea è arrivato il monito a tutti gli Stati Membri a rafforzare i sistemi di tutela in favore delle persone in stato di bisogno.
La prima cosa che probabilmente sarà fatta è cambiare il nome, non si chiamerà più reddito di cittadinanza, ma reddito di sussistenza e fa ipotizzare una riduzione della platea degli aventi diritto che dovrebbero essere solo coloro che si trovano in un reale stato di bisogno. Tale riduzione è stata d’altronde già annunciata e riguarderà probabilmente 660.000 percettori.
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Non sarà però questo l’unico cambiamento in atto, infatti si ipotizza una struttura del tutto nuova che andrà a potenziare soprattutto la fase di ricerca attiva del lavoro.
Come sarà il reddito di sussistenza
La prima cosa da sottolineare è che probabilmente l’erogazione non sarà più gestita dall’Inps, ma da Comuni perché sono gli enti di prossimità, cioè quelli che sono maggiormente in grado di percepire i reali bisogni e le reali difficoltà delle famiglie. Va in questa direzione anche la mancata proroga del contratto dei navigator.
In secondo luogo il reddito di sussistenza sarà diretto esclusivamente alle famiglie in cui non sia presente un membro in grado di essere attivo nel mondo del lavoro. Si ritorna quindi all’ipotesi di erogazione in favore di disabili, anziani con pensione al di sotto della soglia di povertà. Sembra inoltre che non sarà fatto mancare il sussidio alle famiglie in cui siano presenti bambini piccoli, ma questa ipotesi è ancora allo studio, infatti c’è anche l’intenzione di potenziare l’Assegno Unico e Universale e quindi questa misura potrebbe in un certo senso sostituire il reddito di sussistenza per queste famiglie, a tutela dei minori.
Le novità però non sembrano finire qui, infatti, al fine di inserire nel mondo del lavoro coloro che dovrebbero non percepire più il reddito di cittadinanza si ipotizza un rafforzamento delle misure in favore delle imprese che assumono i percettori di reddito di cittadinanza. In realtà tali misure già esistono.
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