Opzione donna: cosa cambia per le donne che vogliono andare in pensione

opzione donna dietro front

Abbiamo visto negli articoli precedenti che il disegno di legge della manovra di bilancio 2023 prevede la possibilità di andare in pensione con Opzione donna. Nell’ultima versione arrivata in Parlamento vi sono però state delle modifiche, ecco chi potrà andare in pensione in base al nuovo dettato.

Opzione donna: la norma già cambiata: dubbi sulla costituzionalità

La legge di bilancio 2023, conferma la possibilità di andare in pensione nel 2023 con l’Ape Sociale, introduce la quota 103 o pensione anticipata flessibile, con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi, infine, prevede Opzione Donna con modifiche rispetto al 2022. In base alla nuova disciplina ci sono due diverse possibilità per andare in pensione con Opzione donna. Per entrambe è previsto il requisito contributivo di 35 anni di età. La norma base prevede il pensionamento con Opzione donna al compimento del sessantesimo anno di età, con la possibilità  di anticipare il pensionamento per le lavoratrici madri. In questo caso abbiamo:

  • 58 anni per chi ha due o più figli;
  • 59 anni per chi ha un solo figlio;
  • 60 anni per chi non ha figli.

Nonostante le critiche e i dubbi di costituzionalità resta quindi il requisito anagrafico legato al numero di figli.Questa non è l’unica novità legata  ad Opzione Donna. Infatti nell’articolo della nuova bozza di manovra per la legge di bilancio 2023, spunta un’ulteriore novità, infatti sono previste ulteriori condizioni.

Opzione donna: ulteriori condizioni

Affinché si possa andare in pensione con Opzione donna nel 2023 devono esservi ulteriori condizioni:

  • siano care giver, diano assistenza da almeno 6 mesi al coniuge o a un parente convivente di primo grado con handicap grave ai sensi della legge 104 del 1992 articolo 3 comma3, oppure un parente o affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge di quest’ultimo siano impossibilitati ad occuparsene, ad esempio perché a loro volta invalidi o deceduti;
  • abbiano un’invalidità riconosciuta almeno del 74%;
  • sono lavoratrici licenziate o dipendenti di un’impresa che abbai un tavolo di confronto aperto per la gestione della crisi aziendale. Solo in quest’ultimo caso, stando alla lettera dell’articolo 56 della bozza della Legge di Bilancio 2023 si potrà andare in pensione a 58 anni di età.

 

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