Novità sul reddito di cittadinanza sono in arrivo, non potrà essere a vita e si perde se si rifiuta una congrua offerta di lavoro, tutti i dettagli.
Novità sul reddito di cittadinanza, la povertà si combatte con il lavoro
Importanti novità potrebbero arriva sul reddito di cittadinanza. La tendenza del nuovo governo Meloni è molto chiara: non potrà essere a vita. Anzi, con il passare del tempo, il beneficiario vedrà ridursi l’importo a fronte di una ricerca di un nuovo impiego. Ma la vera novità riguarda la possibilità di perdere il sussidio se si rifiuta anche una sola offerta di lavoro. Attualmente sono previsti due rifiuti prima di perdere il contributo di Stato.
A dirlo è il leghista, Claudio Durigon, che dal 1º marzo al 2 settembre 2021 è stato sottosegretario di Stato al Ministero dell’economia e delle finanze nel governo Draghi ed oggi siede accanto alla Meloni. La misura necessita per forza di un intervento, in modo da destinare quei fondi risparmiati verso le pensioni. Ma soprattutto per reimpiegare i disoccupati che costano troppo alle casse dello stato e che sono più produttivi all’interno delle aziende.
Novità sulla durata del reddito di cittadinanza
Durigon indica la via della riforma e parla di un percorso ragionevole che deve affrontare il disoccupato. Dopo i primi 18 mesi, l’assegno sarà sospeso, ma il percettore sarà inserito in un percorso, probabilmente a pagamento, di politiche attive. Ad esempio dovrebbe partecipare a corsi specializzanti o programmi di lavoro per rispondere alle maggiori esigenze delle aziende. E se ancora non trovasse lavoro, il reddito verrà riconsegnato, ma con una decurtazione del 25% per dodici mesi.
Se anche dopo questo periodo la persona non dovesse trovare lavoro, il sostegno continuerà per altri sei mesi ma con un ulteriore decurtazione del 25%. In altre parole, percepirà la metà dell’importo dell’assegno iniziale. Tutto questo per spingere quanto più possibile i percettori del reddito ad impegnarsi nella ricerca di un lavoro che gli dia un proprio reddito. Attenzione però se a proporre il lavoro dovesse essere il centro per l’impiego, ma viene rifiutato, il reddito viene subito perso e per sempre.
Tutte le altre modifiche della manovra
La modifica del reddito, insieme a quella del superbonus saranno messe a punto con la manovra per il 2023. Entro 10 giorni dovrebbe essere in Parlamento. Sempre all’interno della manovra è previsto lo stop alla legge Fornero, sostituita da quota 41, per andare in pensione dopo 41 anni di lavoro e 61-62 anni di età. Ed ancora previsto l’innalzamento della soglia per la flat tax da 65 mila euro a 85-90 mila, ancora in fase di rifinitura. Data per sicura anche una nuova pace fiscale e rottamazione per le cartelle esattoriali.