Negli anni passati i tassi di interesse dei mutui erano particolarmente convenienti, soprattutto quelli variabili che a un certo punto sono diventati negativi. Proprio tale fattore ha generato la controversia che ha portato a un’importante sentenza della Corte di Appello di Milano che ha riconosciuto il diritto al rimborso per migliaia di persone. Ecco chi può chiedere il rimborso se ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile.
Mutuo a tasso variabile: la clausola Floor è vessatoria. Partono i rimborsi
Per capire la vicenda è necessario fare un passo indietro. Il tasso di interesse dei mutui è determinato da due fattori principali. Il primo è il costo del denaro che va a riflettersi sugli indici (Euribor per il mutuo a tasso variabile ed Eurirs per il mutuo a tasso fisso), a ciò si aggiunge lo spread che rappresenta il “guadagno per le banche”.
Si è anticipato che negli anni passati il tasso di interesse applicato ai mutui a tasso variabile, Euribor, ha avuto un indice negativo. Nonostante questo, chi aveva stipulato questa un mutuo a tasso variabile in molti casi non ha ricevuto il giusto vantaggio da questa condizione. In particolare coloro che hanno stipulato il mutuo con la clausola Floor ( o clause floor), questa prevede l’applicazione di un tasso minimo anche se l’indice Euribor scende al di sotto di tale quota. Nel 2016 la Banca d’Italia aveva invitato le banche a non inserire questa clausola, ma molti istituti hanno continuato a proporre tale tipologia di contratto.
Ecco chi può chiedere il rimborso degli interessi del mutuo a tasso variabile
La Corte di Appello di Milano nella sentenza 2836 del 6 settembre 2022 ha sanzionato tale comportamento. La Corte ha statuito che se anche la clausola floor fosse correttamente indicata nel contratto, resterebbe comunque vessatoria e quindi espone le banche all’obbligo di risarcire i clienti che hanno sottoscritto tale tipologia di contratto. In base ai giudici di Milano, le banche nel momento in cui il tasso Euribor diventava negativo avrebbero dovuto scontare lo stesso sullo spread andando quindi a ridurlo. Questo avrebbe comportato una riduzione dell’importo della rata da pagare.
Nello scrivere la sentenza la Corte di Appello di Milano ha indicato anche l’obbligo di far pubblicare la sentenza sul maggiore quotidiano italiano per diffusione ( Corriere della Sera) e ha invitato le banche che hanno applicato la clausola a contattare i clienti a cui è stata applicata per il riaccredito delle somme in più versate. Il consiglio per chiunque abbia dubbi circa i tassi di interesse applicati al proprio contratto è rivolgersi a uno specialista o alla propria banca al fine di chiarire se vi è diritto al rimborso degli interessi.
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