La manovra finanziaria sarà uno dei primi impegni economici che dovrà affrontare il Governo Meloni. Ecco alcune misure su cui si sta già lavorando.
Manovra finanziaria, il primo consiglio economico
Si è tenuto il primo consiglio economico del neo Governo Meloni ai fini di definire i contorni della manovra finanziaria. Un grande primo passo per indicare quelle che saranno le misure per le imprese e per le famiglie. Sul tavolo c’è la nota di aggiornamento al Def, documento di economia e finanza. Che dovrebbe prevedere una crescita nazionale dello 0,6% per il 2023. Mentre l’indebitamento sarà portato al 4,5%, peggio delle previsioni dello scorso anno.
In realtà a conti fatti potrebbero sbloccarsi circa 21 miliardi, di cui 15 miliardi dovrebbero essere destinati a famiglie ed imprese che stanno facendo i conti con il caro energia. Tuttavia ulteriori somme potrebbero venire dagli extra gettiti delle imprese dell’energia e dai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea e ancora non spesi, circa 3-4 miliardi.
Manovra finanziaria, reddito di cittadinanza e superbonus
Altri fondi potrebbero arrivare da una rimodulazione del reddito e pensione di cittadinanza e dal superbonus per l’edilizia. Il reddito di cittadinanza 2023 sembra esserci, ma con importi e requisiti differenti. Una delle nuove regole è semplice: se non si accetta il primo impiego proposto si perderà il diritto al sussidio. Invece ad oggi, il percettore del reddito può rifiutare fino a tre volte l’offerta di lavoro, differenziata anche per distanza dal proprio domicilio.
Mentre il rimborso per coloro che effettuano lavori di miglioramento energetico potrebbe cambiare. Infatti il superbonus 110% dovrebbe scendere al 90% per gli appartamenti. La detrazione verrà inoltre ripristinata, alla stessa percentuale, per le abitazioni unifamiliari, le cosiddette villette: ma solo se usate come prima casa da proprietari che rientrano in una soglia di reddito, calcolata in base al quoziente familiare.
Alcune possibili misure per le imprese
Tra le misure per le imprese sembra essere sempre più realista la possibilità di una creazione di una struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese. Lo scopo è quello di semplificare le procedure di investimento. Questo perché a volte le imprese restano impigliate tra le maglie della burocrazia e delle carte da presentare.
Tuttavia non è escluso la possibilità di un decreto sblocca trivelle, che permetterà di estrarre il metano anche in zone fino ad ora escluse dalle attività di ricerca. Eppure si tratta di una misura che potrebbe aiutare l’Italia verso l’autosufficienza ed un abbassamento dei costo delle bollette. Non ci resta che aspettare le scelte definitive del nuovo governo Meloni.