Nel prosieguo dei lavori per la scrittura della legge di bilancio 2023 emergono ulteriori dettagli, tra questi prendono sempre più piede le ipotesi della estensione della flat tax, o tassa piatta, per coloro che optano per il regime forfetario, ma la stessa è inferiore alle aspettative.
Flat Tax: ancora molti i nodi da sciogliere
I lavori per la scrittura della legge di bilancio proseguono e naturalmente ci sono indiscrezioni forse rilasciate anche per testare il polso, tra queste le più rilevanti riguardano la riforma del sistema pensionistico e la flat tax che appare essere sempre meno rivoluzionaria rispetto a quanto ipotizzato all’inizio. In campagna elettorale si era parlato di una flat tax per tutti, senza però fare i conti con le difficoltà economiche che anche le Casse dello Stato potrebbero dover sostenere. Nelle settimane scorse invece si è delineato un provvedimento più blando con flat tax incrementale, inizialmente pensata sulla differenza tra il reddito dell’anno precedente e il reddito corrente e in seguito delineata come flat tax incrementale con parametro determinato dal reddito medio degli ultimi tre anni.
Leggi anche: Flat Tax incrementale: cosa vuol dire? Ecco una simulazione
Per le partite Iva si era invece ipotizzato un allargamento della platea dei potenziali aderenti al regime forfetario fino a ricavi e compensi compresi nel limite di 100.000 euro. Dalle indiscrezioni sembra invece che si stia lavorando esclusivamente a una flat tax allargata per ricavi e compensi massimi fino a 85.000 euro. Non mancano le polemiche soprattutto ora che con inflazione alle stelle e reddito nominale che sta leggermente crescendo sono numerosi i lavoratori e i pensionati che pur non avendo un aumento di reddito reale, rischiano di dover pagare un’aliquota più alta a causa del drenaggio fiscale.
La exit tax dal regime forfetario
C’è però anche un’altra ipotesi allo studio, infatti il caro bollette rappresenta ad oggi il problema principale. Quelle del gas dovrebbero scendere già dalla prossima fatturazione, ma è stato già detto che probabilmente sarà un ribasso temporaneo e che per la restante parte dell’inverno le tariffe ricominceranno a salire. Questo vuol dire che le risorse devono essere concentrate su questo problema e potrebbe non esserci spazio per una riduzione delle tasse come quella che arriverebbe da una eventuale flat tax.
Proprio per questo sembra ci sia allo studio l’ipotesi della introduzione di una exit tax, si tratterebbe di una tassa di accompagnamento all’uscita dalla flat tax per coloro che hanno superato i requisiti reddituali per la permanenza nel regime di favore, cioè che hanno maturato ricavi e compensi superiori a 65.000 euro. Per la exit tax si ipotizza un’aliquota che salirebbe dal 15% attuale al 20%.