Il bonus sposi 2023 è oggetto di una proposta parlamentare che arriva dalla Lega. Sono bastati pochi requisiti per scatenarela polemica, perché?
Bonus sposi 2023, la proposta che fa scalpore
L’Italia è un paese che tende ad invecchiare troppo in fretta. C’è bisogno di più nascite e magari di giovani coppie pronte a compiere questo passo importante. Anche i matrimoni sembrano essere in diminuzione negli ultimi anni e comunque non in maniera omogenea in tutto il territorio nazionale. E se i dati provvisori Istat dei primi nove mesi del 2021, mostrano che i matrimoni sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2020, questa ripresa non è sufficiente a recuperare i numeri persi nel 2020.
Ecco quindi che arriva la proposta della Lega, un bonus matrimonio fino a 20 mila euro per chi si sposa in chiesa. È il contenuto di una proposta di legge depositata alla Camera dai deputati del Carroccio Domenico Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli ed Erik Pretto. E’ solo una proposta ma ha già scatenato dure polemiche, infatti sono molti coloro che contestano che avrebbero diritto al bonus le coppie che vogliono sposarsi, indipendentemente se in Chiesa o no. Proprio perché il nostro è un Stato laico, come previsto anche dalla Costituzione.
Bonus sposi 2023, come funzionerebbe e i criteri per accedere
Arriva subito la nota di Palazzo Chigi che chiarisce che non è una delle idee contenute nella prossima manovra di bilancio, ma solo una proposta della Lega. Tuttavia se fosse attuata si tratterebbe della detrazione del 20% per le spese connesse alla celebrazione. In altre parole le spese relative al make-up, parrucchiere, fotografo, servizio di ristorazione, bomboniere, libretti e servizio del wedding reporter. Inoltre le spese devono essere sostenute all’interno del territorio italiano. E i beneficiari devono avere la cittadinanza italiana almeno da 10 anni.
Nella sua formula iniziale ci dovrebbero essere anche due limite: essere under 35 anni e avere un reddito inferiore ai 23 mila euro l’anno. In merito al criterio reddituale, la proposta potrebbe essere rappresentare un aiuto per tutte quelle coppie che vogliono sposarsi, ma che la detrazione potrebbe essere molto di aiuti. Mentre per il limite di età, è di nuovo polemica. Perché chi lo ha detto che per sposarsi c’è un’età? Ognuno può sposarsi all’età che vuole, è un diritto di ogni cittadino.
Alcune riflessioni finali
L’idea di creare un bonus per coloro che vogliono sposarsi può essere un valido aiuto. Da una parte per risollevare un settore, come quello matrimoniale, che ha duramente subito le conseguenze dei divieti imposti dalle misure anticovid. Ma dall’altra aiutare coloro che nonostante tutto vogliono sposarsi, quindi non può ridursi solo ai matrimoni religiosi. Il bonus, fanno notare più parti, dovrebbe essere aperto a tutti, senza limiti di età e di religione. Mentre l’unico criterio che sembra reggere è quello economico, ma per adesso rimane tutto solo una proposta.