L’ok tetto al prezzo massimo del gas è stato annunciato e voluto da tutti e 27 paesi dell’Unione Europea. Ecco in cosa consiste e i risvolti per l’Italia.
Ok tetto al prezzo massimo del gas, si dall’Unione
Sembra che l’ok tetto al prezzo massimo del gas sia ora realtà. La Von der Leyen ha dichiarato che si può applicare un tetto al prezzo massimo del gas e non ancorarlo al mercato dell’elettricità. Tuttavia il prezzo massimo deve essere stabilito nell’ottica di garantire l’approvvigionamento. Ma la misura sembra avere un carattere temporaneo, almeno per affrontare questo periodo difficile. Occorre una rivalutazione di tutto il mercato dell’energia.
Secondo le ultime riunione europee, il price cap non verrà utilizzato solo per le importazioni del gas russo o di quello utilizzato per produrre elettricità. Ma sarà riferito a tutti gli acquisti di energia. Sempre secondo al Von der Leyer, “L’Europa non è più disposta a pagare qualsiasi prezzo per le sue energie“.
Come funziona il tetto massimo al prezzo del gas?
Il price cap o tetto massimo al prezzo é un massimale di prezzo, con il quale i Paesi potrebbero continuare ad acquistare gas dall’oleodotto russo purché il prezzo non superi una soglia concordata. Questo nell’ipotesi, ovviamente, che il fornitore non possa dirottare la materia prima verso altri mercati. Se comunque la scelta europea dovesse funzionare, il prezzo non solo diminuirebbe, ma non ci sarebbe nemmeno il pericolo di un freddo inverno.
E magari mettere anche fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Se l’Europa non compra il prodotto Russo, una grossa fetta degli introiti di Putin verrebbe a mancare. Senza soldi, non si possono sostenere le spese militari, quindi si potrebbe avere un duplice effetto positivo e la fine della guerra del gas.
Cosa cambia per l’Italia?
L’Italia si è sempre spesa per ottenere il tetto al prezzo massimo, già dai primi sentori di crisi. Secondo Cingolani, l’applicazione del price cap farebbe riscendere il costo delle bollette, nel giro di due massimo tre mesi. Tuttavia riprendono le importazioni del gas dalla Russia, che sembra aver riaperto i rubinetti.
Nel frattempo Eni per far ripartire i flussi bloccati dal primo ottobre a causa di un contenzioso con la Russia l’Austria. Quest’ultima permette di far entrare il gas nel nostro Paese. Eni ha messo mani al portafogli. Ha infatti dovuto versare 20 milioni di garanzie. Questo ha fatto si che il prezzo del gas è diminuito, anche se c’è davvero poco da stare sereni. A brevi riprenderà di nuovo la sua corsa, quindi più che mai serve un tetto massimo al prezzo.