La flat tax è stato il cavallo di battaglia della campagna elettorale. Fortemente voluta dalla Lega che propone la peropone anche per i lavoratori dipendenti al 15%, è stata fortemente criticata da quasi tutti i partiti perché impossibile da realizzare in questo momento storico visto che richiede ingenti risorse economiche. Sostenuta con molti distinguo da Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia, ma come flat tax incrementale. Cosa vuol dire per le tasche degli italiani?
Differenza tra flat tax e flat tax incrementale
Parlare oggi di una tassa piatta per tutti al 15% sarebbe una scelta irrealistica, in primo luogo perché difficile, se non impossibile, da sostenere economicamente e in secondo luogo perché Fratelli d’Italia, partito che ha ottenuto la percentuale di voti più alta nella tornata elettorale del 25 settembre e all’interno della coalizione vincente, non ha in realtà mai parlato di tale ipotesi, ma sempre di una flat tax incrementale. Cosa vuol dire?
Secondo quanto presente nel programma elettorale, la flat tax incrementale prevederebbe l’applicazione di un’aliquota al 15% solo sui redditi eccedenti rispetto a quelli dichiarati nell’anno precedente. In poche parole nella dichiarazione dei redditi 2023, relativa ai redditi 2022, quindi la prossima campagna, se la misura venisse approvata, si applicherebbero le aliquote progressive già previste per gli stessi redditi prodotti nell’anno precedente, mentre per i redditi in più prodotti si applicherebbe l’aliquota del 15% fissa.
Un caso pratico con flat tax incrementale
Facciamo caso Tizio abbia dichiarato nel 2022 (redditi 2021) 16.000 euro e quindi aliquota Irpef del 23% fino a 15.000 euro e del 25% per i redditi compresi da 15.001 a 16.000. Nel 2023(redditi 2022) invece dichiara 18.000 euro, quindi 2.000 euro in più rispetto all’anno precedente. In questo caso si potrebbe delineare questa soluzione:
- fino a 15.000 euro aliquota del 23%;
- da 15.001 euro a 16.000 euro aliquota del 25%;
- da 16.001 a 18.000 euro si applicherebbe la flat tax incrementale al 15%.
Quindi con un buon risparmio rispetto al passato in cui anche a questa quota di 2.000 euro avrebbe visto l’applicazione dell’aliquota al 25%. Ricordiamo che le deduzioni vanno ad incidere sulla base imponibile e quindi possono fare la differenza sullo scaglione applicabile.
Ad oggi non è possibile capire gli effetti sul gettito fiscale della flat tax incrementale. Di sicuro il vantaggio per i contribuenti sarebbe relativo e limitato ai contribuenti che riescono ad avere un incremento del reddito.
La soluzione di una flat tax incrementale potrebbe essere l’ideale per evitare tutte le lungaggini che potrebbero essere richieste con l’applicazione della tassa piatta secca. Infatti, anche limitando i danni sul gettito fiscale che potrebbero conseguire con la proposta di Forza Italia di una flat al 23%, ci sarebbe lo scoglio della Costituzione che prevede un sistema fiscale progressivo, cioè che consenta di far pagare più tasse in misura più che proporzionale, quindi progressiva, a chi guadagna di più.
La proposta di Fratelli D’Italia prevede inoltre l’estensione del regime forfetario con flat tax al 15% fino a 100.000 euro. Ricordiamo che il regime forfetario è opzionale.