Dal 26 settembre avremo un nuovo Parlamento e per una volta non è solo un modo di dire, infatti entrano in vigore le nuove regole e nulla sarà più come prima.
I numeri del nuovo Parlamento
La riforma del 2020, fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, ha provveduto a una riduzione importante del numero di parlamentari. Il numero dei deputati passa da 630 a 400. Il numero dei senatori passa da 315 a 200, resta intatta quindi la proporzione tra il numero dei deputati e quello dei senatori che resta 2 a 1. Dobbiamo però aggiungere i senatori a vita di diritto (ex presidenti della Repubblica) e per meriti. Di sicuro questa soluzione porta a una riduzione dei costi per gli italiani anche se sarà quasi impercettibile dal punto di vista pratico.
Il risparmio calcolato dovrebbe essere di 52,9 milioni di euro l’anno per la Camera dei deputati e 28,7 milioni di euro per il Senato per un totale di 81,6 milioni di euro l’anno. Secondo il calcolo del Corriere della Sera questi soldi ammontano al 5,5% delle spese totali per la Camera e 5,4% per il Senato, come dire le spese sono altre.
Queste cifre sono però al lordo, perché ci sarà anche un minore gettito fiscale derivante da questa riduzione di redditi prodotti. Detraendo le imposte il risparmio effettivo dovrebbe essere di 37 milioni di euro l’anno per la Camera e 20 milioni di euro per il Senato. Meno di un euro a cittadino, ma seguardiamo a cose che si potrebbero fare con questi soldi, diventa più percettibile, ad esempio investirli in istruzione o sanità.
Cambiano le Commissioni, per il Senato potrebbe essere problematico
Non solo risparmio economico, con il nuovo Parlamento cambiano anche le Commissioni, infatti in Senato, visto il numero esiguo di parlamentari, le Commissioni di riducono da 14 a 10 e sono accorpate le funzioni (Esteri e Difesa, Ambiente e Lavori Pubblici, Industria e Agricoltura, Lavoro e Sanità). Non solo, infatti alcuni partiti potranno avere nelle commissioni sono 1 o 2 senatori ciò impedisce la loro specializzazione e sarà necessario un maggiore ricorso a tecnici esterni (questo si tradurrebbe in ulteriori costi). Ricordiamo che la maggior parte dei lavori parlamentari sono eseguiti proprio in Commissione.
Un’altra novità di questa tornata elettorale sarà il voto esteso ai diciottenni per il Senato, in passato votavano solo coloro che avevano compiuto già i 25 anni. La novità porterà al voto 4 milioni di italiani che sarebbero stati esclusi con le vecchie regole. L’obiettivo è rafforzare l’interesse dei giovani per la politica e avere un nuovo Parlamento con una base elettorale più ampia e quindi maggiormente rappresentativo.
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