Uno dei provvedimenti cardine fortemente voluto dal M5S e che ha caratterizzato questi anni di governo Conte/Draghi è il Superbonus 110%. Questo consente di effettuare lavori di efficientamento energetico a costo zero.
Superbonus 110%: tanti intoppi e fondi terminati
Il Superbonus 110% è uno dei provvedimenti del Governo targato Conte più discusso. La disciplina ha avuto più volte modifiche e di chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Di fatto consente di realizzare lavori trainanti, come il cappotto termico e il rifacimento del tetto e lavori trainati, ad esempio impianti di riscaldamento, con la possibilità di ottenere fino al 110% degli importi spesi. Tra i lavori trainati vi sono inoltre quelli per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Il principale problema a cui è andato incontro sono le truffe, più volte denunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi, inoltre i crediti risultano spesso incagliati perché le imprese sono incapienti, idem per gli istituti di credito. Più volte è stata inoltre modificata la disciplina della cessione dei crediti, infine, sono terminati i fondi. Attualmente per i progetti non ancora approvati non vi sono stanziamenti.
Naturalmente un nuovo finanziamento non può arrivare dal governo Draghi che è in carica solo per gli affari correnti, inoltre è necessario reperire i fondi, cosa non certo facile.
Da più parti si è detto che il Superbonus 110% è una misura utile al risparmio energetico, inoltre è una misura che può aiutare le imprese edili in un periodo di forte crisi economica. Si calcola che solo in questo settore grazie al Superbonus 110% ci siano stati 630 mila nuovi occupati e sembra che sia riferibile a questa misura anche il 6,6% in più di PIL.
Le dichiarazioni delle coalizioni sul Superbonus 110%: cosa succederà dopo il voto?
Cosa ne sarà dopo il voto del Superbonus 110%? Il M5S fautore di questo provvedimento naturalmente vuole confermare il Superbonus 110%, ma attualmente le speranze che possa avere una solida maggioranza sono limitate, c’è da dire che probabilmente una solida maggioranza non l’avrà nessuno e quindi la coalizione risultante “maggioranza” potrebbe chiedere l’aiuto del M5S che potrebbe ottenere in cambio proprio la conferma del provvedimento, insieme ovviamente al reddito di cittadinanza.
Occorre però ricordare che le dichiarazioni delle altre coalizioni non lasciano particolare spazio a speranze, infatti il centro- destra ha ribadito di essere sulla stessa linea d’onda di Draghi che ha più volte dichiarato di considerare il Superbonus 110% la più grande truffa mai realizzata in Italia. D’altronde a luglio a Parma si è scoperta una truffa per 110 milioni di euro e non è la prima truffa milionaria scoperta.
L’idea del centro- destra è ritornare gradualmente al vecchio regime previsto per le ristrutturazioni che in fondo era comunque generoso con la possibilità di recuperare il 50% delle spese, oppure il 65% nel caso di interventi di efficientamento energetico. In base alle dichiarazioni i progetti approvati dovrebbero comunque trovare finanziamento, mentre non sono previsti ulteriori stanziamenti.
Ricordiamo che fino al 2026 risultano prenotate opere per 33,7 miliardi di euro.
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Sulla stessa linea sono anche il centro-sinistra e il terzo polo di Calenda e Renzi. Questo implica che con molta probabilità non vi saranno ulteriori stanziamenti per il Superbonus 110%, ma si ritornerà al vecchio regime di bonus ristrutturazioni.