In questa rapida ma esaustiva guida andremo a vedere come funziona il mondo dei permessi di lavoro, quali possono essere retribuiti e quanti sono quelli che si possono utilizzare.
Permessi retribuiti per lavoro: una carrellata
Eccoci di fronte ad una vera e propria guida esaustiva sul mondo dei permessi di lavoro. Nei prossimi paragrafi andremo a vedere quali sono e quanti sono i permessi che permettono una retribuzione.
Solitamente, nei contratti di lavoro troviamo due tipologie di permessi retribuiti diversi, entrambi devono essere indicati in busta paga: i ROL (Riduzione Orario di Lavoro) e le ex festività.
Inoltre, ci sono sia per i lavoratori del comparto privato che pubblico delle speciali tipologie di permessi retribuiti riconosciuti per particolari necessità, come nei casi in cui occorre assentarsi dal lavoro per sostenere un esame all’Università oppure quando si è subito il lutto di un familiare.
Tuttavia, vi sono anche dei permessi di lavoro che non sono retribuiti, ma che consentono l’assenza dall’impiego al lavoratore.
Vediamo nei prossimi paragrafi quali sono, nello specifico.
Permessi retribuiti: quante ore si possono prendere
Quante sono le ore di permesso che si possono ottenere, in via di retribuzione, sul lavoro? Questa è una delle domande più frequenti per i lavoratori.
Sostanzialmente, le ore di permessi retribuiti che spettano ai dipendenti prevedono per tutti i CCNL (Contratti Collettivi Nazionali Lavoro) le 32 ore derivanti dalle ex festività, ma risultano invece variabili i permessi retribuiti che si differenziano non solo per tipo di contratto, ma anche in base alle dimensioni della azienda.
Per conoscere in maniera specifica i permessi retribuiti che spettano al dipendente si dovrà quindi fare riferimento al CCNL, in modo da inquadrare in modo preciso la propria situazione.
Permessi retribuiti: quali sono
In questo paragrafo andiamo a vedere, in maniera elencata, quali sono i permessi retribuiti sul lavoro.
Questi permessi sono periodi temporali duranti i quali è concesso al dipendente, per particolari circostanze, di assentarsi dal lavoro senza che gli venga meno la retribuzione.
Trattasi di permessi che il lavoratore richiede in base alle sue necessità che non sempre è possibile accordare facilmente a quelle del datore di lavoro.
Datosi che i permessi e le ferie non goduti dovranno essere liquidati in busta paga, andando quindi a gravare sul bilancio aziendale.
Quelli che seguono sono tutti i permessi retribuiti possibili:
- Ex festività
- Lutto o grave infermità
- Riduzione orario lavoro (ROL)
- Partecipare a concorsi o esami
- Motivi di studio
- Donazione di sangue e midollo osseo
- Cariche pubbliche elettive
- Impiegati nei seggi elettorali
- Motivi personali (non necessariamente specificati)
- Matrimonio
- Genitorialità imminente
- Assistenza familiari con handicap
Ad ogni modo, va sempre sottolineato che i permessi retribuiti sono un’istituzione differente dalle ferie ed è diritto di ogni lavoratore avere a disposizione dei giorni in cui assentarsi dal lavoro senza perdere né il posto di lavoro tanto meno la retribuzione.
Alcuni permessi di lavoro, nello specifico
Vediamo, molto rapidamente, alcuni dei permessi di lavoro elencato, con qualche dettaglio in più.
Come funzionano, ad esempio le ore di permesso e le ex festività?
Si tratta di giorni di permesso che spettano quando una delle ex festività non più riconosciute dal nostro ordinamento cadono in un giorno lavorativo.
Come ad esempio, il 19 marzo (San Giuseppe) o l’ Ascensione (39° giorno dopo Pasqua).
Come funzionano i permessi per un concorso o esame?
Il permesso, in questi specifici casi, è valido solo per il giorno esatto dell’esame ed il lavoratore sarà tenuto a presentare una certificazione della Commissione esaminatrice, debitamente timbrata e firmata, allegata alla richiesta di permesso.
Questo, dunque è quanto di più necessario ed esaustivo da sapere in merito ai possibili permessi di lavoro retribuiti.