Con l’autunno per gli italiani arriva la stangata dell’aumento dei prezzi. Sarà difficile per i nuclei familiari affrontare i rincari che toccano ogni settore. Ma ancora più difficile sarà il gestire i primi freddi visto che uno dei settori più colpito dai rincari è proprio quello relativo al riscaldamento delle abitazioni.
A prescindere da cosa si utilizzi per riscaldare, infatti, l’aumento ci sarà e andrà da un minimo del 49% ad un massimo del 99%. In qualsiasi modo si alimenti il caldo in casa, quindi, l’aumento sarà salatissimo.
Pellet, metano e gasolio di quanto aumentano?
Secondo uno studio effettuato dalla Federconsumatori, i costi che le famiglie dovranno sostenere per l’inverno 2022/2023 saranno salitissimi. Lo studio è stato svolto prendendo in considerazione un appartamento di 100 metri quadri da riscaldare.
Per quel che riguarda il gas metano nel 2021/2022 il riscaldamento è costato in media per tutta la stagione fredda 912 euro. In base agli ultimi aggiornamenti sulle tariffe del gas per il terzo trimestre 2022, invece, si stima un costo di 1.479 euro, con un aumento del 62% rispetto allo scorso anno.
Per chi alimenta i propri termosifoni con gasolio, che è la tipologia di riscaldamento più diffusa per i condomini, la spesa per il 2021/2022 è stata di 1.545 euro. Nel 2022/2023, invece, sarà di 2.309 euro con un aumento del 49%.
A sorpresa gli aumenti maggiori si riscontrano con il pellet. Un impianto di riscaldamento alimentato a pellet, infatti, lo scorso anno è costato per tutta la stagione fredda 670 euro. Ma è da considerare che un sacchetto da 15 kg di pellet che lo scorso anno costava 5 euro, ora ne costa 10. Si registra in questo caso un aumento del 99% con una spesa complessiva, per tutto il periodo freddo, di 1.333.
Sicuramente il pellet è ancora la tipologia di riscaldamento che costa meno ma alla luce di questi aumenti la convenienza è stata limata di molto.