Il Parlamento è ai titoli di coda, ma sta continuando a lavorare su quelli che erano i provvedimenti già avviati. Tra questi vi è la riforma della giustizia tributaria e proprio dall’esame del Disegno di Legge arriva un’importante novità. Si tratta della definizione agevolata delle liti in corso che però si trasforma in una vera e propria pace fiscale per migliaia di contribuenti. Ecco di cosa si tratta.
Pace fiscale: il 9 agosto il disegno di legge arriva alla Camera per l’approvazione definitiva
La prima cosa da sottolineare è che la riforma del processo tributario ha già passato il vaglio delle commissioni Finanza e Giustizia del Senato e del Senato stesso. Il 9 agosto sarà alla Camera per il Sì definitivo. Di fatto è difficile che vi siano ulteriori modifiche oppure il cambio completo della struttura. Questo vuol dire che le novità che stiamo annunciando saranno con una probabilità molto elevata presto vigenti.
Visto l’ambito in cui ci stiamo muovendo è ovvio che non stiamo parlando della pace fiscale con rottamazione quater che tutti stanno aspettando e che a questo punto potrà essere varata solo dal nuovo Parlamento/Governo, la novità infatti riguarderà solo il processo tributario.
La nuova pace fiscale o definizione agevolata delle controversie: limiti di applicazione
Definito il campo, vediamo i confini della nuova pace fiscale o meglio definizione agevolata. Secondo il nuovo testo, nel caso in cui sia pendente un processo tributario e nei primi due gradi di giudizio (commissione tributaria provinciale e regionale) l’Agenzia delle Entrate sia risultata soccombente, nel grado in Cassazione sarà possibile cancellare le liti pagando il 5% del dovuto. Ciò per valori di lite fino a 100.000 euro. Tale norma dovrebbe trovare applicazione solo per le controversie già pendenti davanti alla Corte di Cassazione alla data del 15 luglio 2022.
Nel caso in cui ci siano stati due gradi di giudizio e l’amministrazione finanziaria/Agenzia delle Entrate sia risultata in tutto o in parte soccombente per un grado di giudizio, per le liti fino a 50.000 euro sarà possibile richiedere la definizione agevolata. In questo caso è previsto il pagamento del 20% dell’ammontare. La norma trova applicazione indipendentemente dal fatto che la lite fosse pendente davanti alla Corte di Cassazione alla data del 15 luglio 2022.
Il comma 3 dell’articolo 5 della riforma del processo tributario precisa altresì che possono proporre la domanda per la definizione agevolata/pace fiscale i soggetti che hanno proposto l’atto introduttivo del giudizio o chi vi sono subentrati o ne hanno la legittimazione.
Ci sarà l’eliminazione dell’ingorgo giudiziario?
Secondo le stime questo provvedimento dovrebbe portare al taglio del 50% del contenzioso davanti alla Corte di Cassazione con uno stralcio di 23.000 fascicoli. In realtà è difficile definire quanto possa essere attrattiva questa riforma. Infatti un contribuente che ha già vinto due gradi di giudizio può essere portato a pensare che risulterà non soccombente anche davanti alla Corte di Cassazione e allora: perché pagare il 5%?. Diverso è il caso in cui l’Agenzia sia risultata soccombente in un solo grado, infatti in questo caso vi è un più elevato profilo di rischio di soccombenza per il contribuente