Negozio online: quanto si paga di tasse

Aprire un negozio online è un qualcosa di abbastanza diffuso negli ultimi anni, ma per chi ancora non è riuscito a fare questo passo e sta pensando di farlo, cosa c’è da sapere in merito alle tasse da pagare? Lo scopriamo nella nostra rapida guida.

Le tasse da pagare per l’ E-commerce: come funzionano

Andiamo, dunque a vedere quali possono essere le tasse, ed il regime fiscale, da affrontare per svolgere una attività di e-commerce, quindi di negozio online.

Quando si parla di E-commerce si fa riferimento a qualsiasi attività di supporto ad un’attività commerciale, che sia svolta utilizzando la rete Internet.

Tramite il canale del Web si effettuano delle transazioni, ovvero delle vendite di beni e servizi, ma si possono anche distribuire online dei prodotti in formato digitale (come i libri o webinar a pagamento), fare operazioni finanziarie e di borsa, ed altre cose.

Per tutti questi motivi è previsto un pagamento di tasse per l’e-commerce.

In tal senso, le tasse devono essere pagate per la vendita di beni, anche se questa si realizza tramite e-commerce, ovviamente da un’attività commerciale.

Infatti, quando la cessione avviene in maniera abituale, svolta professionalmente e sistematicamente, essa produce un vero e proprio reddito d’impresa, va inoltre aggiunta l’ IVA, quindi va emessa ricevuta e fattura.

Tipologia di attività diretta e indiretta e regime fiscale

Una differenza da tenere conto è la tipologia di vendita dell’ E-commerce, che sia essa diretta o indiretta.

Con vendita diretta s’intende la distribuzione di prodotti e servizi al consumatore tramite la raccolta di ordinativi di acquisto generalmente presso il domicilio del consumatore e comunque fuori dagli esercizi commerciali, da parte di imprese che si avvalgono di incaricati alla vendita.

La vendita online indiretta avviene, invece, nel momento in cui l’utente definisce un accordo contrattuale tramite il web, per un bene immateriale o un servizio.

Una volta appurata la tipologia di vendita, andrà a cambiare l’applicazione dell’IVA.

In Italia si considerano soggette ad IVA, se rese a committenti non soggetti passivi d’imposta, le prestazioni di servizi rese tramite mezzi elettronici.

Ciò accade quando il committente è domiciliato nel territorio dello Stato o ivi residente senza domicilio all’estero e le prestazioni telecomunicazione e tele-radiodiffusione. Oppure, quando il committente è domiciliato nel territorio dello Stato o ivi residente senza domicilio all’estero e sempre che siano utilizzate nel territorio dell’Unione Europea.

Di controparte, la applicazione IVA riguardante le operazioni di commercio elettronico indiretto tra soggetti residenti in Italia è disciplinata dalle disposizioni contenute dal DPR n. 633/72.

Alle operazioni che si possono ricondurre al E-commerce indiretto, se il cliente è un “privato consumatore” si applica la disciplina delle vendite per corrispondenza. Per tale ragione, secondo la Risoluzione n. 274/E/2009 dell’Agenzia delle Entrate, le corrispondenti operazioni non sono soggette:

  • ad obbligo di emissione della fattura (elettronica o meno). A patto che la stessa non sia richiesta dal cliente non oltre il momento di effettuazione della cessione.
  • ad all’obbligo di certificazione dei corrispettivi mediante il rilascio dello scontrino o della ricevuta fiscale. Questo perché opera l’esonero di cui all’articolo 2, del DPR n. 696/1996.

Questo, dunque è quanto vi fosse di più utile e necessario da sapere in merito alle basilari opzioni di tassazione per avviare e gestire una attività di commercio online, tramite un proprio negozio online.

Informazioni su Davide Scorsese 348 Articoli
Appassionato di scrittura, ho collaborato per diverse testate online tra le quali ricordiamo BlastingNews.com e NotizieOra.it. Ama cinema e scrittura, fin dalla tenera età, studia recitazione e consegue una formazione attoriale nei teatri off partenopei.