Negli ultimi mesi si sente spesso parlare di tax compliance. Non sono mancate le critiche verso questa locuzione da parte dell’Accademia della Crusca che ha esortato l’Agenzia delle Entrate a usare locuzioni italiane per evitare di generare confusione nei contribuenti. In realtà l’Agenzia continua per la sua strada al punto che nell’ultima circolare (21/E) per il contrasto all’evasione fiscale ha continuato ad usare il termine. Ma cosa significa tax compliance?
Cos’è la tax compliance?
L’Italia ha un importante problema che nei decenni non ha mai risolto: l’evasione fiscale. È una sorta di cane che si morde la coda perché la mancata riscossione delle entrate tributarie porta alla necessità di reperire comunque delle entrate e questo si ottiene con l’aumento delle tasse. Come l’aumento dell’aliquota Iva dal 20% al 22%, oppure il costante aumento delle accise sui carburanti, introduzione dell’Irap…Il livello della tassazione è ormai insostenibile, ma se non si riesce a riscuotere, difficilmente le tasse potranno scendere e allora ecco che arriva il Fisco amico con la tax compliance.
La tax compliance rappresenta il livello di adesione spontanea dei contribuenti agli obblighi fiscali. L’obiettivo dell’Agenzia delle Entrate quando parla di tax compliance è indurre i contribuenti a pagare in modo spontaneo ciò che è dovuto, evitando così il contenzioso tributario che è comunque rischioso e richiede lunghi tempi. Inoltre si evita la riscossione coattiva anch’essa costosa.
Gli strumenti utilizzati per la tax compliance
Naturalmente ci sono diversi strumenti utilizzati dall’Agenzia per indurre il contribuente a pagare. Lo strumento più comune è la lettera di invito all’adempimento, come per dire “caro contribuente, io so che mi devi dei soldi, che ne dici di darmeli senza troppe lungaggini?”.
Un altro strumento su cui l’Agenzia delle Entrate punta molto è il ravvedimento operoso, si tratta di uno strumento attraverso il quale il contribuente spontaneamente decide di correggere degli errori dichiarativi che hanno portato ad un calcolo di imposta inferiore rispetto a quanto dovuto. Il ravvedimento operoso nasce con l’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997 n.472 ma nel tempo la disciplina è cambiata, soprattutto in modo più favorevole al contribuente distratto.
Ricordiamo che il ravvedimento operoso consente di regolarizzare la posizione attraverso il pagamento l’imposta dovuta, degli interessi legali decorrenti dal momento entro il quale doveva essere effettuato il pagamento al momento in cui effettivamente è stato effettuato e la sanzione ridotta però fino a 1/10.
In passato la posizione poteva essere regolarizzata solo se l’ente creditore non avesse inviato una comunicazione inerente un mancato/errato adempimento. Ora il termine risulta posticipato ed è inibito il ricorso al ravvedimento operoso fino al momento della notifica degli atti di liquidazione e di accertamento (comprese le comunicazioni da controllo automatizzato e formale delle dichiarazioni). Le modifiche sono state introdotto con la legge di stabilità 2015.
Infine, si possono far rientrare nella tax compliance anche i provvedimenti di pace fiscale, come la rottamazione e il saldo & stralcio. Ricordiamo che sono in molti a richiedere un nuovo provvedimento di pace fiscale, la rottamazione quater, chiesta soprattutto dalla Lega.
Risorse e indicazioni per la tax compliance
Numerosi sono gli interventi finalizzati alla promozione della tax compliance attraverso risorse destinate all’Agenzia delle Entrate. Hli obiettivi sono:
- promuovere l’adempimento spontaneo (tax compliace) tramite campagne di comunicazione e promozione;
- ottimizzare il servizio di assistenza e consulenza da parte dell’Agenzia alle varie tipologie di contribuente. Tra le novità che vanno in questa direzione vi è la necessità di prenotare il proprio appuntamento con l’Agenzia, in questa fase il contribuente deve già indicare il motivo per cui chiede di essere ricevuto, in tal modo potrà essere fornita un’assistenza adeguata;
- dovrebbe facilitare il rapporto con il Fisco anche l’assistenza multicanale fornita ai cittadini attraverso video-chiamata, assistenza telefonica, gestione online delle pratiche;
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Le risorse devono inoltre essere indirizzate a migliorare e rendere più celeri i rimborsi fiscali. Naturalmente la tax compliance non manda in pensione le attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate, insieme alla Guardia di Finanza, finalizzate a scovare gli evasori. Anzi, sembra che il contrasto ai furbetti sia stato potenziato anche grazie all’uso dell’intelligenza artificiale.
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