In arrivo per le imprese operanti nel settore del turismo e ricettive il credito di imposta corrispondente al 50% del saldo dell’Imu del 2021. Si tratta di una misura di sostegno alle imprese del settore che ha già incassato l’autorizzazione della Commissione europea ma che prevede rigidi requisiti. Primo tra tutti, che il proprietario dell’immobile utilizzato per l’attività turistica e oggetto di imposta Imu sia lo stesso che gestisce l’attività stessa.
Credito di imposta del 50% sull’Imu: quali imprese del turismo possono richiederlo?
Sul credito di imposta delle imprese del turismo e ricettive si è espressa favorevolmente la Commissione europea con l’autorizzazione numero C (2022) 4363 final dello scorso 21 giugno. L’incentivo a favore delle imprese del settore consiste nel credito di imposta del 50% sull’Imu pagata a saldo per l’anno di imposta 2021. Le imprese che possono richiedere il credito di imposta sono quelle operanti nel settore del turismo, nella ricezione all’aria aperta, le aziende operanti nelle fiere e nei congressi, i parchi a tema e le terme.
Quali sono i requisiti delle imprese turistiche per richiedere il credito di imposta sull’Imu versata?
La richiesta del credito di imposta sull’Imu è condizionata a specifici requisiti che le imprese turistiche devono possedere. In particolare:
- deve trattarsi di immobili compresi nella categoria catastale D2;
- negli immobili per i quali si fa richiesta di credito di imposta deve essere svolta l’attività turistica;
- deve essersi verificato un calo del fatturato. In particolare, il calo deve essere determinato dai corrispettivi o dal fatturato dei mesi da luglio a dicembre del 2021 rispetto allo stesso semestre del 2019;
- deve sussistere la coincidenza tra chi è proprietario dell’immobile e chi svolge e gestisce l’attività turistica. Pertanto, il proprietario dell’immobile deve essere anche il gestore diretto dell’attività economica.
Credito di imposta settore turistico, può essere richiesto da una società di capitali?
In merito all’ultimo punto dei requisiti precedentemente illustrati, è da ritenersi prudentemente che una società di capitali, proprietaria di un immobile di categoria catastale D2 sulla quale venga svolta un’attività di tipo turistico, possa essere ammessa al credito di imposta. Naturalmente, deve essersi verificato il calo di fatturato del secondo semestre del 2021 rispetto al 2019. L’inclusione al beneficio sussiste anche a prescindere dalle attività che i soci della società svolgano personalmente. Non è così, invece, per il socio proprietario privato dell’immobile sul quale venga svolta l’attività turistica della società di capitali. In tal caso, si ritiene che il credito di imposta non possa essere fruito dalla società e nemmeno dal socio.
Società di persone, possono richiedere il credito di imposta per le attività turistiche?
L’ultimo caso precedentemente descritto porterebbe, in ogni modo, a includere nella possibilità di richiedere il credito di imposta per il proprietario dell’immobile e socio di una società di persone. Verificandosi gli altri requisiti di richiesta del sostegno per l’attività turistica, e mancando nella società di persone la personalità giuridica, si ritiene che il bonus possa essere richiesto.
Come richiedere il credito di imposta sulle attività turistiche?
Il credito di imposta pari al 50% dell’Imu sugli immobili utilizzati per le attività turistiche può essere richiesto mediante istanza, contenente l’autodichiarazione, da presentare direttamente all’Agenzia delle entrate. Sarà proprio l’Agenzia delle entrate a definire, mediante apposito decreto, le scadenze e le modalità con le quali presentare domanda.