Negli ultimi mesi abbiamo visto una costante perdita di valore per il bitcoin e le altre monete virtuali, questo ha indotto la Banca d’Italia a rendere nota un’informativa sulle cripto-attività, la stessa è diretta agli operatori e a coloro che hanno deciso di investire nelle monete virtuali.
Il documento della Banca d’Italia sul Bitcoin
Il bitcoin e le altre valute digitali, come Ethereum, fino a qualche mese fa erano considerate uno strumento sicuro per poter fare investimenti e soprattutto guadagni, ma negli ultimi mesi sono in tanti a registrare perdite. Le criptovalute hanno avuto successo perché spesso presentate come un mondo parallelo, e spesso antagonista, dove rifugiarsi per evitare gli scarsi guadagni legati all’economia reale. Hanno attirato una grande fetta di investitori spesso sfiduciati dagli investimenti tradizionali e hanno rappresentato una sorta di sostitutivo rispetto al trading che ha perso rispetto al boom degli anni passati.
Il documento della Banca d’Italia mira a fornire chiarimenti sulle opportunità offerte da questo strumento, ma anche sui rischi che vi sono connessi. Senza trascurare le norme applicate e quelle proposte.
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Cosa contiene il documento della Banca d’Italia sulle criptovalute?
Il documento si compone di 5 parti. La prima parte può essere considerata generale e va a definire l’ambito di applicazione delle tecnologie decentralizzate e cerca di definire il funzionamento della crittografia e del blockchain. Il secondo paragrafo mette a disposizione una panoramica sulle norme applicabili al settore e sulle proposte di legge presentate.
Tra le proposte vi è anche un rafforzamento dei controlli applicati a questo settore. In questo capitolo viene sottolineato che in capo ai VASP (Virtual Asset Service Provider) vige l’obbligo di verificare, conservare i dati e le comunicazionin anche relativi a operazioni sospette. Inoltre per gli stessi soggetti c’è l’obbligo di iscrizione nella sezione speciale del registro dei cambiavalute, operativa dal 16 maggio 2022, tenuto presso l’Organismo Agenti e Mediatori.
Il terzo capitolo punta invece sugli obblighi informativi vigenti in capo agli intermediari e sottolinea il fatto che le informazioni fornite agli investitori devono essere il più possibile trasparenti, chiare e dettagliate in modo che ci possano essere investimenti consapevoli. Il quarto capitolo punta soprattutto sui rischi connessi a questo settore. Infine, il quinto punta sulla sicurezza in particolare sul monitoraggio da parte delle varie autorità centrali bancarie, quindi Banca d’Italia, sull’andamento del mercato e sulle cripto-attività al fine di valutarne i rischi anche connessi alla stabilità finanziaria e sul corretto funzionamento sul sistema dei pagamenti.
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Quali sono le cripto-attività sicure? I consigli
L’intero documento è improntato a una certa tutela e mira a far in modo che gli investitori siano consapevoli dei rischi. Sono definite cripto-attività quelle che hanno ad oggetto “ rappresentazioni digitali di valore o di diritti”, tali attività possono essere detenute, trasferite e memorizzate elettronicamente. Gli scambi possono essere da utente a utente oppure attraverso la presenza di intermediari.
Il mercato delle cripto-attività viene diviso in due parti. Da un lato ci sono le attività che hanno comunque alla base un asset reale, ad esempio una valuta, dall’altro ci sono le attività di investimento che non hanno alcuna connessione con la realtà economica defintite “unbacked crypto-assets”, l’esempio di tale tipologia di attività sono proprio i bitcoin.
Naturalmente la Banca d’Italia nel documento sottolinea come gli investimenti della prima tipologia siano più sicuri e più facili da gestire. Tra l’altro la Banca d’Italia sottolinea che l’informativa di trasmettere agli investitori deve appunto contenere anche tale indicazione e cioè che l’attività è scoraggiata dalla Banca d’Italia. L’investitore da questa indicazione dovrebbe evincere che trattasi di un’attività particolarmente rischiosa. Ribadisce che le cripto-attività costituiscono strumenti molto rischiosi e speculativi e che non possono essere utilizzati come strumenti di scambio o di pagamento. Esorta tutti a prestare attenzione in particolare nei confronti di coloro che praticano pubblicità ingannevole anche attraverso social media e influencer.