Un decreto del ministero delle Politiche agricole ha sbloccato risorse per 500 milioni di euro dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) per le sovvenzioni alla logistica del settore agricolo e agroalimentare. I contributi a fondo perduto possono arrivare a finanziare fino all’85% delle spese di investimento. Il provvedimento è stato firmato dal ministro Stefano Patuanelli il 15 giugno scorso. C’è da attendere solo l’esame della Commissione europea per il via libera definitivo. Successivamente Invitalia, deputata a gestire le risorse, emanerà i relativi bandi per assegnare i fondi alle imprese che ne faranno richiesta.
Contributi a fondo perduto per le imprese agricole e agroalimentari: riferimenti del Pnrr in attesa dei bandi
I contributi a fondo perduto rientrano nella misura del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo”. Gli incentivi verranno assegnati per potenziare la logistica delle imprese agricoli e agroalimentari anche nelle operazioni di stoccaggio, per innovare i processi produttivi del settore e per ridurre i costi ambientali. Inoltre, le aziende dovranno perseguire anche gli obiettivi di riduzione dei costi economici e ambientali e di sostenere l’innovazione dei processi produttivi.
Cosa finanziano i contributi alle aziende agricole e agroalimentari per la logistica?
Le aziende beneficiarie degli incentivi dovranno dunque utilizzare i contributi assegnati per sostenere investimenti che consentano di favorire la transizione verso sistemi di produzione più sostenibili e moderni. Nel raggiungimento di questo obiettivo procedere alla:
- riduzione dell’impatto ambientale e all’aumento della sostenibilità del settore;
- all’ottimizzazione della capacità di stoccaggio;
- al miglioramento delle fasi di trasformazione delle materie prime;
- all’ottimizzazione delle differenziazioni di prodotto in rapporto alla qualità, alla tracciabilità, alla sostenibilità e alla caratteristica di produzione;
- al potenziamento delle possibilità di esportazione delle piccole e medie imprese dei settori agricoli e agroalimentari;
- a favorire la digitalizzazione nella logistica;
- all’abbassamento dello spreco alimentare.
Chi può ottenere i contributi a fondo perduto per la logistica delle aziende agricole e agroalimentare?
Saranno ammesse alla richiesta dei contributi a fondo perduto le aziende, le coop e i consorzi che svolgano la propria attività nell’agricoltura e nell’agroalimentare. Inoltre, rientrano tra i potenziali beneficiari della misura:
- le organizzazioni di produttori (Op);
- le aziende commerciali e distributive;
- le imprese industriali.
Quali sono i contributi a fondo perduto spettanti alle imprese agricole?
I contributi a fondo perduto per gli investimenti nella commercializzazione dei prodotti agricoli comprendono le seguenti percentuali di finanziamento:
- il limite del 10% dei costi per il suolo aziendale, con percentuale di contributi del 50% per le regioni meno sviluppate (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Calabria, Basilicata, Sardegna e Sicilia) e del 40% per le altre regioni;
- l’acquisto o la costruzione di immobili per spese ammissibili fino al 70% del totale (50% le regioni meno sviluppate, 40% le altre regioni);
- l’acquisto o il noleggio di attrezzature e di macchinari (50% di contributi per le regioni meno sviluppate, 40% per le altre);
- gli onorari degli ingegneri e degli architetti per la sostenibilità e per gli studi di fattibilità (50% le regioni meno sviluppate, 40% le altre regioni).
Per quali imprese i contributi a fondo perduto sono maggiorati?
Rispetto alle percentuali di intensità dei contributi a fondo perduto per le imprese operanti nell’agricolo e nell’agroalimentare, sono previste maggiorazioni di incentivi per:
- i giovani agricoltori o per coloro che lavorano già nel settore da non oltre i cinque anni precedenti la data di presentazione della domanda;
- le spese per gli investimenti effettuati nelle zone soggette a vincoli specifici o naturali;
- gli investimenti effettuati in ricerca e innovazione (con copertura delle relative spese fino all’85%).
Esempi di spese ammissibili ai contributi a fondo perduto in agricoltura
Sulla base del decreto dei contributi a fondo perduto per le imprese agricole e dell’agroalimentare, risultano ammissibili le spese effettuate per:
- le immobilizzazioni materiali e immateriali. Il suolo agricolo può essere finanziato nel limite del 10% del totale delle spese sostenute;
- le opere murarie entro il limite del 70% delle spese;
- le infrastrutture dell’impresa specifiche;
- gli impianti, i macchinari e le varie attrezzature;
- i programmi informatici, il know how, le licenze, i brevetti (nel limite del 50% delle spese per le grandi aziende);
- i servizi e i beni che favoriscono l’efficienza energetica e le fonti di energia rinnovabili;
- i mezzi di trasporto, purché non arrechino un “danno significativo”;
- le consulenza, entro il 4% dei costi del progetto di investimento.
Quali tipologie di investimento sono ammissibili per i contributi alle imprese agricole?
Considerando che il massimo del contributo che si può ottenere è fissato in 12 milioni di euro, le tipologie di investimento devono avere un importo compreso tra i cinque e i 25 milioni di euro per:
- spese relative alla logistica delle imprese operanti nel settore primario;
- i costi relativi alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura;
- le spese dei programmi di sviluppo della logistica del settore realizzati da aziende che operano in altri settori.
Come presentare la domanda per gli incentivi del settore agricolo e agroalimentare?
Per i bandi dei contributi a fondo perduto delle aziende agricole e dell’agroalimentare, il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) farà gestire a Invitalia le risorse da assegnare. L’Agenzia, inoltre, gestirà le domande dei contributi a fondo perduto valutandole e approvandole. Successivamente, le imprese ammesse stipulano il contratto e ottengono i finanziamenti richiesti. Invitalia avrà anche compiti di controllo e di monitoraggio dell’utilizzo delle risorse. Le imprese dovranno pertanto attendere il via libera definitivo della Commissione europea per l’emanazione dei bandi e la relativa presentazione delle istanze.