Il settore automobilistico anche in Italia è di fronte alla grande transizione energetica, quella che va verso le auto elettriche. Le questioni ambientali e quindi l’inquinamento impongono la necessità di ridurre le emissioni CO2. Situazioni che hanno spinto le autorità a indirizzare il settore automobilistico verso la mobilità elettrica. Dalle auto endotermiche cioè dalle auto a combustione diesel e benzina, si passa alle auto a batteria, quelle alimentate con il motore elettrico.
Decisioni prese a livello istituzionale
Le autorità hanno imposto la conversione, e le case automobilistiche hanno subito recepito il messaggio adeguandosi al diktat e alle normative vigenti. Il progetto dice che nello stretto giro di un decennio, si dovrebbe passare ad auto elettriche per la gran parte. In Italia però viviamo in una situazione di precariato per almeno due motivi fondamentali. Come vedremo appare difficile che la transizione elettrica possa trovare il giusto equilibrio in un tempo così breve visto che pare che tra il 2030 ed il 2035 tutte le auto in circolazione dovrebbero essere green.
Alcuni evidenti problemi delle auto elettriche e del modo di produrle
Come previsto dalle autorità competenti quindi, le auto ad impatto zero sono il futuro. E le case costruttrici, pur storcendo il naso e lamentandosi, si devono adeguare. Produrre auto a trazione elettrica rispetto a quelle a trazione endotermica e quindi a benzina o gasolio, non è certo una cosa di facile attuazione. Il primo impatto sarà a livello organizzativo da parte delle case costruttrici. Ed in Italia vive una delle realtà imprenditoriali più grandi, italiane e mondial, del settore automobilistico. Parliamo naturalmente di Stellantis, il colosso dell’Automotive nato dalla fusione tra i francesi di PSA e gli italiani di FCA.
Il taglio occupazionale all’orizzonte
Stellantis per voce dei suoi vertici, ha già sottolineato le sue perplessità in materia. Le auto a trazione endotermica vengono prodotte con un utilizzo di manodopera ben superiore a quello di cui ci sarà bisogno per le auto elettriche. Il rischio concreto è di un taglio occupazionale piuttosto importante, che mette a rischio la stabilità finanziaria ed economica di una buona parte del tessuto sociale Italiano. Ed i sindacati si sono già fatti sentire al solo accenno di questo rischio.
Le auto elettriche costano di più perché costa di più produrle
Inoltre sempre dal punto di vista delle fabbriche, per gli industriali, è evidente il fatto che costruire auto elettriche sia più dispendioso a livello economico rispetto a costruirne una a benzina gasolio. Infatti proprio di questo che lamentano le società, compresa Stellantis. Servono aiuti dal Governo, ben oltre il semplice incentivo per favorire il mercato delle auto a zero emissioni. Detto ciò, è evidente che le problematiche sono tante e di non facile disbrigo.
Anche il mercato rischia di non assecondare le voglie delle autorità
Detto delle evidenti problematiche di chi le macchine le costruisce, dagli operai agli industriali, è evidente che in Italia si manifestano anche problematiche relative agli utenti finali. Una vera e propria transizione elettrica infatti non si nota girando per le strade in numerosi paesi o città. Infatti sono rari i punti di ricarica per le auto elettriche anche oggi che le auto, se non propriamente full elettric, ma ibride, sono davvero tante in giro. Un problema questo di non poco conto visto che tutto parte dallo spingere gli utenti finali e cioè gli automobilisti, a sostituire le vecchie macchine a combustione con quelle di nuova generazione quindi elettriche.
Auto elettriche costose e gli incentivi spesso sono insufficienti
Senza considerare poi che gli incentivi per l’acquisto, con conseguente rottamazione di auto a combustione, sembrano insufficienti a spingere il mercato nella direzione che le autorità vorrebbero. Il costo delle auto elettriche è ancora oggi troppo elevato. E ci sono seri dubbi sulla percorrenza in termini di chilometri che una auto elettrica può fare rispetto alle auto attuali. In altri termini tutto ancora in alto mare, nonostante la transizione elettrica sia alla base dell’operato delle autorità. Nel frattempo anche Stellantis in Italia ha operato in questa direzione, prevedendo un boom di opere elettrica al posto delle auto endotermiche vi dico già dal 2030. Ma il futuro non sembra roseo.