Diverse segnalazioni mettono in luce un problema piuttosto serio che si sta materializzando tra Inps e contribuenti in materia di assegno unico sui figli di età fino ai 21 anni. In effetti sono molti i contribuenti che continuano a manifestare disguidi tra le domande presentate e le eventuali risposte da parte dell’Inps. Pratiche ancora in istruttoria, oppure importi versati a cifre inferiori a quelli che effettivamente i contribuenti si aspettavano. Sono queste le situazioni alla base delle segnalazioni. Ma perché tutto questo è perché l’INPS non è ancora andata a regime per quanto concerne la grande novità entrata in vigore dal primo marzo scorso?
Ecco alcune delle anomalie sono le domande per l’assegno unico
L’assegno unico è la misura che ha sostituito di fatto qualsiasi altra prestazione relativa al welfare per le famiglie per i nuclei familiari in cui sono presenti i figli con un età inferiore ai 21 anni. Niente più assegni per il nucleo familiare, basta al bonus bebè, basta premio alla nascita e stop alle detrazioni per i carichi di famiglia. Resta il fatto che tutte queste misure, naturalmente ad esclusione dei bonus e dei premi per le nascite, restano in vigore per nuclei familiari per i figli con età superiore ai 21 anni. Tornando all’assegno unico universale dell’Inps, questa misura ha al suo interno delle particolari caratteristiche. Infatti la misura è destinata a tutti in contribuenti di questo genere a prescindere dal reddito.
Cosa incide sull’assegno unico
Ciò che va detto però e che il reddito, o meglio l’ISEE, di un nucleo familiare incide sugli importi che le famiglie vanno a percepire. Infatti fino a 25.000 euro di ISEE l’importo dell’assegno unico e universale per i figli a carico può essere percepito in misura piena. Importo che inizia a ridursi fino a 40.000 euro. La cifra più bassa che l’Inps dovrebbe erogare è pari a 50 euro al mese ma solo a famiglie prive di ISEE o con un ISEE superiore a 40.000 euro. Ed è la cifra che molti segnalano di aver percepito nonostante un ISEE inferiore a tale soglia. In altri termini l’INPS ha iniziato ad erogare questo beneficio nella forma minima anche a chi ha presentato l’ISEE ma evidentemente ha delle anomalie sulla stessa certificazione sui redditi o sui patrimoni.
Ecco alcune delle situazioni più diffuse
Per esempio, un ISEE difforme che non ha ancora completato la sua procedura di calcolo, può mettere i contribuenti di fronte ad una situazione come questa prima descritta. La domanda di assegno unico presentata senza l’ISEE dà diritto a 50 euro di assegno unico e universale sui figli sotto i 21 anni. Ed è un importo mensile, che vale per chi l’ISEE non lo ha presentato ma anche per chi non ha un ISEE in corso di validità perché è scaduto il 31 dicembre scorso. Teoricamente l’Istituto nazionale di previdenza sociale Italiano interviene pagando la quota minima di assegno anche perché pur avendo presentato l’ISEE non lo ha sistemato da difformità o da anomalie che precedentemente l’INPS ha segnalato.
Cosa controllare sull’ISEE per l’assegno unico
Infatti nel momento in cui si va a presentare l’ISEE, tramite l’area riservata del sito dell’Istituto, occorre verificare che la certificazione sia tornata indietro priva di anomalie. Con la presenza di difformità in pratica l’ISEE risulta inutilizzabile alla stregua di chi non lo ho proprio richiesto. E le difformità più diffuse riguardano l’assenza di una certificazione unica per esempio oppure l’assenza di un conto corrente, di una carta di credito o di altro deposito bancario. In questo caso occorre integrare la dichiarazione andando a colmare le lacune fuoriuscite nella precedente.
Nuclei familiari
Naturalmente l’ISEE è il motivo principale per cui molte famiglie e molti contribuenti non hanno ancora percepito l’assegno unico o lo hanno percepito in misura ridotta rispetto a quanto spettante. Come detto la domanda dell’assegno unico può essere fatta anche senza l’ISEE. In questo caso l’importo minimo da 50 euro è garantito comunque dall’INPS. Resta il fatto che la domanda di assegno unico può essere presentata anche da due genitori separatamente. In questo caso è del tutto evidente che crescono le problematiche che deve affrontare l’INPS per esaurire la richiesta. I controlli scattano in maniera apicale e approfondita in questi casi, che possono derivare da famiglie separate e divorziate o con altre problematiche al loro interno.
Nuclei familiari complicati
In effetti non sono pochi i nuclei familiari che presento situazioni per così dire, particolari. È il caso di genitori provenienti da precedenti matrimoni che si riuniscono in una nuova unione. O il caso di genitori che hanno figli con altri coniugi che fanno parte di nuclei familiari degli altri e non del proprio. In altri termini situazioni complicate che rendono complicato anche l’approfondimento dell’istanza da parte dell’Istituto previdenziale. Detto ciò è evidente che una domanda ancora in istruttoria da parte dell’INPS resterà tale fino a quando l’INPS non ha completato l’istruttoria approfondendo le eventuali situazioni di anomalia, o fino a quando il contribuente non ha provveduto a colmare le lacune presenti nella domanda piuttosto che sul proprio ISEE.
Come fare per mettere a posto la situazione con domanda di assegno unico e ISEE
In questi casi per chi ha usato il fai da te ed ha fatto tutto tramite il sito dell’INPS con le proprie credenziali di accesso siano esse Spid, CIE, o CNS, occorre adoperarsi. In primo luogo bisogna accedere ed autenticarsi di nuovo al sito e controllare dove è la difformità. Per esempio se la domanda risulta ancora in istruttoria sarebbe il caso di accedere all’area relativa all’ISEE precompilato precedentemente utilizzata per presentare la DSU, e verificare che sul ISEE non ci siano anomalie. In caso contrario, e quindi in presenza di difformità nella certificazione ISEE, bisogna correggerla tramite l’apposito tasto. In questo caso va indicato eventualmente il dato che ha portato al blocco della certificazione.
Come fare per sbloccare una domanda di assegno unico
Nel caso in cui invece il canale adoperato sia per la domanda di assegno unico che per la relativa certificazione ISEE e quello del Caf o dei patronati, la via è un altra. Occorre rivolgersi agli stessi. Va ricordato infine che anche i correttivi sono molto importanti. Questo perché entro il 30 giugno gli interessati all’assegno unico devono necessariamente produrre istanza con tutti gli allegati. Documenti che devono essere in linea con le direttive alla stessa data. Questo perché fino al 30 giugno gli interessati hanno la possibilità di ottenere dall’INPS anche gli arretrati. Si parte infatti dal primo marzo, che è la data di avvio del nuovo strumento di tutela e welfare per le famiglie.
Niente arretrati se non si interviene
Le domande presentate dopo il 30 giugno per quanto riguarda l’assegno unico, o la messa a posto dell’ISEE dopo la stessa data, sono dannose. Infatti mettono seriamente a rischio gli arretrati spettanti. Infatti la norma stabilisce che per domande tardive dell’assegno unico quest’ultimo venga liquidato ai richiedenti soltanto dalla data di presentazione dell’istanza. Quindi una domanda presentata a luglio da diritto all’assegno unico soltanto a partire dal mese di luglio.