L’Unione Europea annuncia la deroga al Patto di stabilità anche per il 2023, questo potrebbe portare enormi benefici soprattutto alle imprese visto che il suggerimento all’Italia per rientrare nei limiti previsti è di abbassare le tasse.
Cos’è il Patto di stabilità e cosa prevede?
Gli italiani non aspettavano notizia migliore, infatti, che sia proprio l’Unione Europea a suggerire di alleggerire il carico fiscale permette di sperare in un futuro più roseo. Il Patto di Stabilità, o meglio Stability and Growth Pact, cioè patto di stabilità e crescita, PSC, è un accordo tra i Paesi Membri dell’Unione Europea. Prevede una politica di controllo dei bilanci interni che mira a garantire la stabilità economica attraverso il controllo del debito pubblico e del PIL, cioè del Prodotto Interno Lordo. Si tratta dei principali indici che consentono di valutare lo “stato di salute” economica di un Paese.
La normativa prevede che il rapporto tra deficit e Pil non sia superiore al 3% mentre il rapporto tra debito pubblico e Pil non deve superare il 60% con applicazione dell’articolo 104 del Trattato.
Al fine di impegnare i Paesi a rispettare il patto di stabilità sono previste sanzioni.
Vi sono però dei casi eccezionali in cui il Patto di stabilità viene accantonato. Ne consegue che se anche non si rispettano i parametri fissati comunque i Paesi non sono sottoposti a sanzioni.
Questo è ciò che si sta verificando ora. Non si tratta però di una sorta di regalo senza conseguenze, infatti l’Unione Europea nell’applicare la sospensione del Patto di stabilità anche per il 2023 ha dato delle raccomandazioni particolari soprattutto all’Italia che si trova in una situazione di particolare difficoltà.
Unione Europea: stop al Patto di stabilità per il 2023, ma l’Italia deve tagliare le tasse
L’Unione Europea, consapevole della particolare congiuntura economica del periodo, cioè uscita dalla pandemia che ha danneggiato l’economia di molti Paesi Membri e in particolare dell’Italia, inflazione galoppante, crisi in Ucraina, perturbazioni della catena di approvvigionamento sia per quanto riguarda il settore energetico, sia per quanto riguarda quello alimentare, ha deciso un’estensione della clausola generale di salvaguardia con sospensione degli obblighi del Patto di Stabilità per il 2023.
L’Unione Europea però sollecita i Paesi Membri, e in particolare l’Italia, ad adottare misure di sostegno all’economia che possano aiutare ad essere più competitivi. L’Italia a giudizio dell’Unione Europea presenta squilibri macroeconomici eccessivi. Particolarmente preoccupante è la bassa crescita della produttività e la “debolezza strutturale dei mercati del lavoro e finanziari“.
L’aumento dell’occupazione registrato negli ultimi mesi è soprattutto di tipo temporaneo e pur trattandosi di un dato positivo, lo stesso non è sufficiente. Tra i suggerimenti vi è il taglio delle tasse sul lavoro al fine di aumentare l’efficienza del sistema. Inoltre suggerisce di continuare sulla strada della riforma fiscale attraverso la revisione delle aliquote marginali di imposta.
Via libera anche all’aggiornamento del catasto.
In parole povere se l’Italia dovesse dar seguito ai consigli dell’Unione Europea le imprese potrebbero giovarsi di una tassazione ridotta sul lavoro che da molti decenni rappresenta per le imprese italiane un fardello difficile da gestire. Ulteriori vantaggi potrebbero esservi con la riduzione delle aliquote delle imposte, come sembra suggerire l’Unione Europea. Infine, dall’Europa arriva un altro monito: deve essere ridotta la complessità del codice tributario, anche andando a razionalizzare le agevolazioni fiscali.