La fine dello stato di emergenza con conseguente stop alle mascherine anche al chiuso in bar, ristoranti e simili, non significa che la pandemia è alle spalle. Lo dimostra il fatto che le mascherine restano consigliate in luoghi di assembramento e obbligatorie in luoghi quali palazzetti, cinema e teatri al chiuso. Ma lo dimostra anche, un altro provvedimento del governo, stavolta più collegato a dare manforte a settori che hanno vissuto periodi bui che non alla pandemia in senso stretto. Parliamo dei dehors, dei tavolini all’aperto in piazze, piazzette, per strada e ovunque ci sia stata la possibilità. Le concessioni di suolo pubblico si allargano anche all’estate 2022.
Cosa è successo in questi anni di emergenza Covid e le concessioni di suolo pubblico
Mai come nel 2020 e nel 2021 è stato facile essere autorizzati a montare tavolini, pedane, ombrelloni e sedie nelle immediate adiacenze o meno di ristoranti, bar, pizzerie e pub. Per evitare i contagi e per via delle limitazioni alle attività al chiuso, la soluzione di questi mesi di pandemia è stata il concedere i dehors a chiunque ne facesse richiesta un po’ ovunque. Senza negare alcune problematiche di ordine pubblico e di fastidi per la gente che si è vista di colpo chiudere le strade di passaggio, sia pedonale che in auto, o le pubbliche piazze, il provvedimento è stato un toccasana per le attività di questo genere.
Grazie ai dehors l’estate scorsa (ma anche la precedente), è stata salvata dalle attività commerciali che hanno potuto aumentare il numero di avventori, in alcuni casi ben oltre la capienza originaria dei loro locali. Regole che hanno fatto discutere molto naturalmente, ma perfettamente in linea con il quadro emergenziale che il governo ha dovuto dipingere in questi lunghi mesi di pandemia.
Cosa hanno deciso in Senato
Che possa piacere o no, che possa mettere contro attività concorrenti tra chi ha uno spazio davanti il locale per montare i dehors o chi non lo ha, il Senato ha deciso di aprire anche al 2022. Fino al 30 settembre 2022 infatti, rinnovate le concessioni di suolo pubblico. La motivazione che ha spinto in questa direzione è quella già citata. La crisi economica scatenatasi a seguito dell’impatto della pandemia. Numerosi i settori colpiti dalla crisi, soprattutto i pubblici esercizi che tra zona rossa, lockdown, coprifuoco e limitazioni agli ingressi, non ha vissuto certo il suo miglio periodo storico. Per questo la Commissione Finanze e Industria del Senato ha di fatto prorogato ufficialmente fino al 30 settembre l’occupazione del suolo pubblico per dehors e tavolini.
Il Senato parla di dehor ed occupazione di suolo pubblcio a pagamento
Ciò che forse cambia è che si parla di pagamento per occupazione di suolo pubblico. Una cosa che in alcune parti d’Italia, nelle precedenti due estati è stato bonificato. Nel provvedimento del Senato infatti si parla di proroga delle concessioni dietro pagamento di un canone. Nulla di nuovo rispetto al periodo pre Covid, come è stato sempre per le concessioni di suolopubblico. I bar e i ristoranti potranno beneficiare ancora di tavoli e sedie all’aperto in maniera facile dal punto di vista della burocrazia. Ma non in maniera gratuita. Infatti le concessioni confermate offrono la facoltà di chi vuole mettere i tavolini all’aperto su suolo pubblico come la scorsa estate, di farlo. E senza l’obbligo di presentare una nuova richiesta. E viene imposto alle amministrazioni locali, quindi ai Comuni, di non negare la possibilità.
Chi deve comunque presentare istanza per gli ampliamenti o le nuove richieste di concessione di suolo pubblico
Solo nel caso di nuovi spazi da occupare, cioè di quelli che lo scorso anno non avevano visto tavolini e sedie fuori, occorrerà produrre nuova istanza. Così come l’ampliamento di questi spazi dovrà necessariamente passare da una domanda. Chi aveva 5 tavolini e ne vuole montare 10, dovrà produrre istanza. Ma anche in questo caso, procedura fast, con le domande che saranno a procedura semplificata. Basterà produrre la planimetria del posto e la richiesta, per via telematica. Operando di fatto in deroga ai regolamenti comunali e a quelli dello sportello unico delle attività produttive dei comuni. Da una semplificazione all’altra anche quella che riguarda le autorizzazioni che in genere deve dare il Ministero dei beni e delle attività culturali. Si tratta della autorizzazioni in materia di concessione di strutture se-movibili in area pubblica. Chi vorrà montarle non deve passare dalla Soprintendenza.