Il ministro del Lavoro della Spagna Yolanda Díaz ha segnato il colpo e porta a casa un vistoso aumento di contratti di lavoro a tempo indeterminato, proprio per questo il ministro del Lavoro Orlando sta pensando a una riforma simile per combattere il precariato che attanaglia anche l’Italia.
La riforma del lavoro in Spagna
La ministra del Lavoro della Spagna è riuscita nella storica missione di mettere d’accordo Confindustria e i sindacati spagnoli con la riforma di Capodanno che limita fortemente l’utilizzo dei contratti stagionali o comunque precari. I risultati si vedono perché a pochi mesi dall’entrata in vigore della riforma gli occupati sono aumentati di 700.000 unità e sono triplicati rispetto allo stesso periodo del 2021.
La prima ad essere sorpresa è la stessa ministra che ha sottolineato come la riforma prevedesse per le aziende tre mesi di tolleranza per potersi adeguare e invece fin da subito è stata un successo e ha portato alla stipula di molti contratti a tempo indeterminato. Tra i contratti a tempo indeterminato stipulati, il 73% rappresentano i nuovi contratti, mentre il restante è trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.
L’Italia guarda alla riforma del diritto del lavoro in Spagna
L’Italia dopo aver provveduto allo schema di attuazione della direttiva UE 2019/1152 che prevede maggiore tutele per i lavoratori, dopo aver provveduto a creare nuove regole per la tutela dei lavoratori occasionali e aver creato il portale nazionale del sommerso, si accinge a studiare la soluzione per ridurre il ricordo a contratti di lavoro precari.
Ad essere molto interessato alla riforma del Lavoro in Spagna è il ministro Orlando che sembra la stia studiando per bene anche se ha dichiarato di essere consapevole che in Italia probabilmente una riforma simile non troverebbe un’ampia maggioranza in Parlamento. Il ministro Orlando ha dichiarato che sta portando a termine uno studio sulla precarietà in Italia e si sta indagando sul senso della frammentarietà di tutti i contratti tuttora vigenti in Italia. Proprio tale razionalizzazione è stata al centro della riforma della Spagna che ha ridotto le tipologie di contratti al fine di “disboscare” gli abusi dei contratti a termine che alla fine offrono ai datori di lavoro la possibilità di trovare escamotage per tagliare sui costi del personale.
Tipologie contrattuali in Spagna
La Spagna ha provveduto a un aumento del costo dei contratti precari, in questo modo diventa poco conveniente usare tali tipologie per non assumere a tempo indeterminato.
Un terzo dei nuovi contratti sono però stabili ma discontinui, si tratta di contratti che impegnano i lavoratori ogni anno per un determinato numero di mesi, in questo modo per la restante parte dell’anno può trovare un nuovo lavoro, ma allo stesso tempo l’anno successivo ritrova il vecchio impiego. Si tratta di contratti che hanno particolare successo nel settore del turismo. In alternativa nei mesi “non occupati” il lavoratore può usufruire del sussidio di disoccupazione.
Con la riforma del diritto di lavoro in Spagna sono stati ridotti anche i mini jobs, cioè in contratti con durata brevissima, 7 giorni.
Non resta che chiederci se l’Italia seguirà o meno la strada e si andrà a rinforzare il contratto a tempo indeterminato.