Lavoro Stagionale? Ecco vantaggi e svantaggi dei contratti a termine

quattordicesima

La rete inizia a pullulare di offerte di lavoro stagionale da parte di strutture alberghiere e turistiche. Niente di nuovo perché si tratta della prassi di ogni anno, ad inizio estate ed in prossimità dell’avvio della stagione turistica. Parliamo di una tipologia di lavoro particolare, precaria con contratti di lavoro a termine che possono essere svantaggiosi ma che presentano anche delle particolarità a favore dei lavoratori. Resta il fatto che le strutture lamentano la mancanza di manodopera, mentre i lavoratori lamentano stipendi bassi rispetto alla mole di lavoro svolta.

Lavoro stagionale, le polemiche tirano dentro anche il reddito di cittadinanza

Le strutture ricettive stentano a trovare manodopera. Infatti continuano ad uscire offerte di lavoro e proposte di impiego che pare trovino poco appeal nei confronti di addetti al settore. Perché questo? Chi offre lavoro sostiene che sia anche colpa dei bonus e delle indennità che lo Stato versa ai senza lavoro. Finisce sul banco degli imputati il reddito di cittadinanza. Infatti c’è chi sostiene che per colpa del reddito di cittadinanza pochi vogliano lavorare. Vuoi mettere il prendere soldi senza fare nulla rispetto allo spaccarsi la schiena lavorando? Questo è il tipico pensiero dei datori di lavoro, delle imprese turistiche ed alberghiere che lamentano la carenza di manodopera e di personale.

Stipendi bassi e penuria di manodopera

Il rovescio della medaglia è quello dei lavoratori, che invece sostengono che siano gli stipendi bassi rispetto alla mole di lavoro svolta a causare il mancato appeal di queste tipologie di lavoro. Molte ore di lavoro al giorno e ritmi assai pesanti soprattutto durante l’alta stagione non sono pareggiati da stipendio e salario dignitoso, al che qualcuno parla di sfruttamento. Sicuramente sono due correnti di pensiero diametralmente opposte. Ma come si dice la verità forse sta nel mezzo.

Il boom di offerte di lavoro non coincide con le adesioni da parte dei lavoratori

In rete o sui giornali specializzati, si verifica un autentico boom di offerte di lavoro per il settore stagionale. Dopo il ponte del 25 aprile e la vicinanza con il primo maggio, qualcosa nel settore ricettivo si è mosso. Parliamo di un settore tra i più colpiti dai provvedimenti limitativi per via del Coronavirus.

Nelle località maggiormente turistiche le possibilità di lavoro sono notevoli e le offerte anche. Per esempio, in Emilia Romagna si registra un incremento notevole di offerte di lavoro, ma allo stesso tempo un ribasso delle richieste di lavoro. Prima si viaggiava più o meno di pari passo, ovvero alle tante offerte coincidevano altrettante richieste di lavoro da parte dei disoccupati. Oggi invece tutto va a favore delle offerte, che non trovano adesioni forse per entrambi i motivi citati nel paragrafo precedente.

Per esempio, Gianni Indino,  presidente della Confcommercio di Rimini, sostiene che il problema sia fisiologico. La colpa dettata dalla disparità del costo del personale che sostiene un datore di lavoro e lo stipendio netto che finisce sul conto del lavoratore.

Il lavoro stagionale, alcune particolarità forse poco note

Il cuneo fiscale quindi è enorme e rende troppo costoso un lavoratore al datore di lavoro e troppo basso lo stipendio di quest’ultimo. Una storia vecchia che il governo ha deciso di sistemare, almeno in parte con misure e agevolazioni. E sono proprio le agevolazioni che in materia di lavoro stagionale non mancano, anche se delimitate da specifiche regole. Infatti esistono requisiti specifici da rispettare per non perdere agevolazioni e vantaggi per i lavoratori stagionali.

Il lavoro stagionale è una tipologia di contratto che non ha nella continuità e nella lunga durata il suo principale carattere. Lo stagionale infatti lavora solo per alcuni mesi dell’anno, coincidenti con le stagioni turistiche. Non si può parlare di contratto a tempo determinato in senso stretto perché è una tipologia di lavoro completamente differente. Il lavoro stagionale è periodico, mentre il lavoro a tempo determinato dipende da altri aspetti. E poi in genere il contratto a tempo determinato è più lungo rispetto a quello stagionale.

I diritti che offre il lavoro stagionale

Per il lavoratore stagionale coi sono gli stessi diritti che spettano ai lavoratori con contratto a tempo determinato o a tempo indeterminato. Ferie, TFR, malattia, permessi e così via. Nulla cambia quindi rispetto alla generalità degli altri lavoratori.

Naturalmente prendere le ferie durante i pochi mesi di lavoro è assai complicato, e non succede mai. Ma la monetizzazione delle stesse è obbligatoria. E ad ogni scadenza del contratto, al lavoratore spettano tante quote di TFR e di tredicesima quanti sono i mesi lavorati. Ed al termine del rapporto di lavoro stagionale il dipendente ha diritto alla NASPI da parte dell’Inps. L’indennità per disoccupati viene erogata al termine del rapporto di lavoro, dopo espressa domanda da parte del diretto interessano nei confronti dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Italiano. E dura la metà delle settimane lavorate negli ultimi 4 anni. Un periodo che per gli stagionali, dato che la NASPI è una costante ogni anno, riguarda solo i mesi lavorati durante l’ultima stagione lavorativa.

Alcune negatività del lavoro stagionale

Qualcosa di particolare e forse di negativo però, nel contratto stagionale si manifesta. Infatti se per un classico contratto a tempo determinato, dopo diversi rinnovi si passa ad una assunzione in pianta stabile, quindi a tempo indeterminato, nel lavoro stagionale non è così.

Un contratto di lavoro stagionale non si trasforma mai in un contratto di lavoro a tempo indeterminato dopo una serie di rinnovi. Il perché è presto spiegato. Infatti si tratta di un lavoro periodico che non può essere svolto tutto l’anno. Il contratto di lavoro stagionale non prevede alcuna durata massima. Può essere rinnovato in base alla mole di lavoro che un datore di lavoro trova durante la stagione lavorativa. Un contratto in scadenza a settembre per esempio, può essere rinnovato se ad ottobre la struttura ha ancora prenotazioni. E può andare avanti anche oltre, senza vincoli o obblighi di assunzione definitiva di un lavoratore. Tra l’altro, per questioni di proroghe, un lavoratore stagionale ha diritto di precedenza rispetto a nuovi addetti. Se la struttura che in origine doveva chiudere il 30 settembre, prosegue la stagione fino ad ottobre, non può assumere un nuovo dipendente se prima non chiede la disponibilità alla proroga al vecchio, cioè allo stagionale che aveva il contratto fino al 30 settembre.

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.