Fumata bianca per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro per gli operai agricoli. Anche questo importante settore economico italiano ha il suo nuovo documento collettivo. Una novità che interessa una enorme platea di lavoratori, visto che il settore occupa in media oltre 1,2 milioni di operai e braccianti. La notizia del rinnovo del contratto, come si legge su Italia Oggi, l’ha data direttamente la Coldiretti, popolare associazione del settore. La notizia che molti addetti aspettavano è principalmente quella delle retribuzioni. I salari, alla luce del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL), aumentano. Ma vediamo nel dettaglio cosa reca il nuovo CCNL e cosa cambia per i lavoratori e i datori di lavoro.
Aumento di stipendio per i lavoratori agricoli
Circa 1, 2 milioni di lavoratori impegnati nelle campagne, come dipendenti nel settore agricolo adesso hanno il nuovo CCNL di categoria. E con questo nuovo documento collettivo, ecco arrivare gli aumenti di stipendio. I tanto agognati aumenti di salario si materializzano nella misura pari al 4,7%. È ciò che dice la Coldiretti come si legge nelle pagine del sito prima vitato. Mai momento era più opportuno per sistemare il CCNL visto che sta iniziando la campagna delle raccolte estive, periodo questo molto importante per il lavoro nei campi. L’accordo per il nuovo contratto collettivo ha visto la partecipazione anche delle più importanti associazioni di categoria come la Flai Cgil, la Fai Cisl e la Uila Uil.
Da quando scattano gli aumenti
Più soldi per i lavoratori agricoli durante la nuova campagna di raccolta che partirà a giugno. E proprio dal primo giugno scattano gli aumenti previsti dal nuovo contratto. Il 4,7% di aumento prima citato, sarà scaglionato. Il primo giugno si parte con un incremento di salario del 3%. A gennaio 2023 invece, ulteriore aumento pari all’1,2% per poi completare l’operazione ed arrivare al 4,7% a giugno 2023, con un ulteriore incremento dello 0,5%. Ma c’è anche un postilla determinante per l’a sottoscrizione dell’intesa tra le parti. Visto l’elevato tasso di inflazione e visto il trend dell’aumento del costo della vita, a settembre 2023 è stato messo in agenda un incontro che dovrebbe rivedere le tabelle, alla luce proprio dei nuovi dati Istat sul caro vita.
La nota congiunta dei sindacati del settore agricolo
Su Italia Oggi viene riportata la nota congiunta dei sindacati, che spiegano nello specifico cosa è stato messo nero su bianco nel documento. Secondo i sindacati l’intesa prevede il modello contrattuale unico, sia nazionale che provinciale. Gli adeguamenti economici vengono imposti a cadenza biennale. Una soluzione anti ritardi, cosa che comunemente accade per i rinnovi dei contratti non solo in agricoltura ma in ogni settore.
Il settore è importante e nel nuovo documento non mancano progetti e potenziamenti delle regole come per esempio quelle relative all’integrazione fra scuola e lavoro o all’accesso prioritario alla formazione e all’informazione sui temi della salute e della sicurezza. Non mancano indicazioni sulle convenzioni che fungeranno da dispositivi di salvaguardia e di stabilizzazione dei posti di lavoro in ambito agricolo.
Anche la maternità aumenta per i lavoratori agricoli
Si ampliano le misure a sostegno dei lavoratori del settore, tra cui le donne e la loro maternità. Secondo la nota dei sindacati, l’intesa prevede che, in aggiunta all’80% del salario oggi riconosciuto dall’INPS alle lavoratrici in maternità, c’è l’integrazione del 20%. Questo naturalmente per i 5 mesi di maternità obbligatoria, cioè 3 prima del parto e due dopo o viceversa. Viene riconosciuta per patologie particolari e interventi chirurgici, la garanzia dei contratti di solidarietà prima assenti nel settore. Una novità che riguarda, come è naturale che sia, solo i lavoratori che hanno contratti a tempo indeterminato.
Sale a tre mesi l’indennità per lavoratrici vittime di violenza di genere (prima era fissata a due mesi). Nascono, come profilo e inquadramento, gli operai florovivaisti. In altri termini, un contratto a tutto tondo, tanto da aver spinto i sindacati a manifestare sia gradimento che soddisfazione. Il settore assume maggiore rilevanza di quanto ne ha avuta fino oggi. Una cosa nata probabilmente a seguito della pandemia, dove si è vista la centralità del settore agricolo per l’economia nazionale.