Lo hanno chiamato decreto energia ed effettivamente è un contenitore di misure rivolte a contenere l’incremento esponenziale dei costi energetici per le aziende. Aumenti di gas ed elettricità che non hanno avuto certo un ruolo marginale in questi ultimi mesi. Tra le varie misure quelle che potenziano i crediti di imposta.
Cosa è stato destinato per contenere i costi di gas ed elettricità
Il credito di imposta sull’acquisto del gas da parte delle imprese sale al 25% (era fissato al 20%). Stessi incremento e stesse percentuali per il credito di imposta per le gasivore come si legge sul quotidiano Italia Oggi. E dal 12% sale al 15% quello per la spesa dell’energia elettrica per le imprese non energivore.
Ma viene potenziato anche il contributo straordinario inizialmente previsto sulle spese del secondo trimestre dell’anno. Adesso si passa al contributo straordinario anche per il primo semestre. In altri termini, il decreto energia potenzia le misure per contenere l’impatto del rincaro delle bollette energetiche alle Partite Iva. Quando parliamo di gasivore facciamo riferimento ad una azienda che ha un consumo di gas medio , stimato, pari a non meno di 1 GWh/anno.
Le novità del decreto energia del governo Draghi
Altra novità è il cosiddetto “tax credit” che per le imprese prima citate è pari al 25%. Per le aziende che presentano un rilevante consumo di gas, ecco quindi l’aiuto del governo sotto forma di credito di imposta. Un aiuto che servirà per contenere la spesa e per compensare in parte ciò che queste attività hanno dovuto subire con gli aumenti del costo del gas e dell’energia elettrica. Il credito di imposta varrà anche per il primo trimestre del 2022, dopo che inizialmente era stato destinato solo al secondo trimestre 2022.
Il credito di imposta ed il paragone tra i consumi del 2022 e quelli del 2019 su gas ed energia elettrica
Naturalmente il credito spetta se la spesa sostenuta per l’acquisto di gas abbia effettivamente subito un incremento. Infatti, sempre su Italia Oggi si legge che il credito di imposta è ammesso solo se il prezzo di riferimento del gas naturale durante il primo trimestre 2022, è salito di oltre il 30% rispetto allo stesso trimestre dell’anno 2019. Il riferimento per capire i prezzi sono le pubblicazioni del Gestore del mercati energetici (GME).
Il paragone con il 2019, ultimo anno pre-pandemia vale anche per l’extra credito del 10% in relazione alle spese sostenute nel primo trimestre del 2022.
Anche le imprese non gasivore vengono sostenute
Ma non ci sono solo le aziende a forte consumo di gas ad essere tutelate dal governo con questi crediti di imposta. Difatti, il credito del 25% riguarda anche le imprese diverse da quelle a forte consumo di gas. Il credito riguarda l’acquisto di gas per uso differente da quello termoelettrico. Per quanto concerne il credito di imposta del 15% per l’elettricità, si sottolinea che tale agevolazione riguarda le imprese che hanno contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW. Anche in questo caso l’agevolazione vale per chi ha sostenuto un extra gettito di spesa superiore al 30% nel primo trimestre 2022 rispetto al primo trimestre del 2019.