Ormai stiamo per essere catapultati nel periodo clou delle dichiarazioni dei redditi. Dal 23 maggio i contribuenti potranno iniziare ad avere accesso alla loro dichiarazione precompilata. Parliamo del modello 730 del 2022, quello che serve per completare l’anno di imposta del 2021. Anche se molti presentano la dichiarazione dei redditi per ottenere il tanto atteso rimborso fiscale, va detta una cosa. La dichiarazione dei redditi, che si utilizzi il modello 730 piuttosto che il modello Redditi Persone Fisiche, serve ai contribuenti per pagare le tasse. Per questo occorre innanzi tutto capire quali siano i redditi tassabili. Infatti non tutti i redditi in capo ad un contribuente sono tassabili.
I redditi e le tasse, la guida in sintesi
Ogni contribuente deve pagare le tasse sui redditi che ha prodotto l’anno precedente quello in cui si provvede a presentare la dichiarazione. Tutti i redditi prodotti nel 2021 vanno indicati nella dichiarazione 2022. Ci sono redditi che sono stati già tassati lo scorso anno, mentre per altri occorre provvedere al versamento delle tasse con il 730 o il Redditi PF. In pratica, la dichiarazione dei redditi serve da conguaglio, per completare la partita fiscale con l’Agenzia delle Entrate. Ciò che si versa è l’Irpef e le sue addizionali comunali e regionali. Irpef è acronimo di Imposta sul reddito delle persone fisiche e grava su tutti i redditi prodotti, dalle pensioni al lavoro, dalle case ai terreni.
Quali redditi sono assoggettabili ad Irpef
Case, terreni, stipendio, pensione e così via dicendo. Tutto dovrebbe essere assoggettato ad Irpef, tranne che per quegli introiti reddituali che vengono definiti esenti. Si dice comunemente che l’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’Irpef, grava su tutte le somme che i contribuenti ricevono a qualsiasi titolo. Come vedremo però, non sempre è così. In alcuni casi manca la natura reddituale.
L’Irpef è una imposta progressiva che grava suoi contribuenti in base agli scaglioni di riferimento. Più alto è il reddito, maggiore sarà l’aliquota applicata sulla parte eccedente il limite massimo dello scaglio precedente. Le voci reddituali tra quelli prodotti ed assoggettati ad Irpef sono:
- Reddito da lavoro dipendente;
- Redditi da pensione;
- Reddito assimilato a quello da lavoro dipendente;
- Reddito da lavoro autonomo;
- Reddito fondiario;
- Redditi da capitale.
Occorre sottolineare che tutti questi redditi oltre che assoggettati all’Irpef lo sono per le relative addizionali comunali e regionali. Se la somma di tutti questi redditi non superano quella che è la canonica della no tax area, cioè 8.174 euro, nessuna imposta è dovuta.
Tutto ciò che non fa reddito
Se prima abbiamo elencato tutto quello che fa reddito, e che deve finire con l’essere assoggettato ad Irpef, un quadro del genere meritano le voci di reddito esenti. Come è evidente, chi oltre al reddito erogato dal datore di lavoro nel 2021, e di fatto già tassato, ha altri redditi tra quelli prima citati, dovrà versare la differenza di imposta. E lo strumento è proprio la dichiarazione dei redditi. Dentro cui comunque devono essere inserite le detrazioni non ancora sfruttate in busta paga o le detrazioni provenienti dai cosiddetti oneri deducibili e detraibili, cioè le varie spese previste dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir). Tornando alle voci reddituali non assoggettate a tassazione abbiamo:
Ricavi derivanti dai compensi ricevuti per chi svolge o pratica attività sportive dilettantistiche fino al tetto massimo di 10.000 euro anche se con Contratto di Collaborazione Continuativa;
- Indennità di trasferta fino a 46,48 euro al giorno;
- Indennità di trasferta fino a 77,47 euro al giorno per trasferta estera;
- Premi e indennità di welfare aziendale fino a 258,23 euro;
- Reddito della casa di abitazione e sue pertinenze.