Pensione: come funziona per i lavoratori statali il supplemento per attività professionale, la guida

tregua fiscale

Non sono pochi i pensionati ed ex dipendenti statali che anche dopo la quiescenza continuano a lavorare, magari svolgendo una attività professionale privata. Ex insegnanti che hanno uno studio professionale di una qualsiasi materia. Oppure ex dipendenti delle Agenzie Fiscali che fanno i commercialisti. Ex lavoratori dello stato che fanno i geometri, gli avvocati e così via dicendo. L’attività professionale deve per forza di cose dare diritto ad una pensione supplementare. Naturalmente per attività professionali ufficialmente riconosciute e non in nero.

Un supplemento di pensione per le attività professionali successive alla pensione

Le attività professionali successive alla pensione danno diritto ad un assegno extra, un supplemento di pensione. Solo però se l’attività professionale svolta dall’ex dipendente dello Stato è ufficiale e se lo stesso dipendente fa domanda. Infatti lo strumento da utilizzare è la ricongiunzione dei contributi. Tutti i versamenti successivi alla pensione possono dare diritto ad un ricalcolo della pensione ed anche questi contributi versati per l’attività professionale svolta dopo il pensionamento possono tornare perfettamente utili. Come si legge sul sito dell’Inps, il supplemento di pensione altro non è che un incremento della pensione.

Importi maggiorati con il supplemento di pensione

Una maggiorazione degli importi,  liquidati a domanda dell’interessato ed in base alla contribuzione di periodi successivi alla data di decorrenza della pensione. I contributi successivi ad una domanda di supplemento, possono dare diritto a supplementi successivi. In pratica, sempre come specifica l’Inps, se si continua a versare anche dopo la data di decorrenza del primo supplemento è ammesso richiederne altri. Risulta ammissibile quindi la liquidazione di ulteriori supplementi.

La guida al supplemento di pensione

Il supplemento di pensione è un istituto previdenziale che da diritto a ricevere una rendita in aggiunta alla pensione già precedentemente percepita. In pratica, tutti i versamenti di contributi successivi alla data di decorrenza della pensione, possono tornare utili. Il supplemento di pensione non è un assegno a se stante, distaccato dalla pensione precedente. Infatti la particolarità del supplemento che va ad aumentare l’importo della pensione, con un versamento aggiuntivo ma insieme all’assegno mensile percepito.

Come previsto dall’articolo n° 1 comma 5, della legge n° 45 del 1990 il supplemento di pensione è sempre ammissibile, soprattutto dopo aver versato contributi post pensione a delle casse professionali differenti da quelle in cui erano stati versati i contributi che hanno dato diritto alla pensione.

La domanda anche da soli

Basterà  richiedere all’ente erogatore della pensione, una  ricongiunzione.  Va sottolineato che la ricongiunzione di questi contributi versati ad una cassa professionale deve essere utilizzata se l’attività è ancora in corso o se questa è cessata da meno di 12 mesi. La facoltà infatti viene meno se passano 12 mesi dalla data di cessazione dell’attività professionale post pensione. Per presentare domanda occorre avviare la procedura telematica presente sul sito ufficiale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale italiano. La domanda va fatta accedendo alla propria area riservata del sito. Accesso che come tutti sanno oggi è ammesso con il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID). Alternativamente si può usare la Carta di Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.