Le dichiarazioni dei redditi interessa milioni di italiani ogni anno. Nel nostro sistema fiscale esistono due modelli utili ai contribuenti per pagare l’Irpef. Uno è il modello 730, l’altro il modello Redditi Persone Fisiche (PF). Il risultato in entrambi i casi è sempre lo stesso, cioè pagare le tasse. In alcuni casi però c’è chi recupera parte delle tasse versate. Proprio questo è uno dei motivi per cui ci sono contribuenti che utilizzano il modello 730 ed altri che invece optano per il secondo. Molto dipende proprio dai rimborsi, anche se c’è chi sceglie una delle due vie perché prevedono due diverse forme di pagamento delle tasse.
A dire il vero negli ultimi tempi, o meglio da diversi anni, anche il modello 730 ha una sua versione che lo rende simile al modello Redditi PF, ma le differenze tra i due modelli sono sostanziali e profonde.
Modello 730, perché usarlo?
Il modello 730 è quello che comunemente viene utilizzato da chi ha redditi da lavoro dipendente, redditi da pensione, redditi immobiliari e poco altro. Infatti reddito di impresa e redditi da attività autonome pretendono l’utilizzo dell’altro modello. Con il 730 nove volte su dieci la partita fiscale, cioè i conguagli sull’Irpef e sulle addizionali regionali e comunali dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche, si risolvono in busta paga o con i cedolini di pensione. Nel primo caso il datore di lavoro si sostituisce al lavoratore con trattenute Irpef o rimborsi Irpef. Chi ha un datore di lavoro che si presta a fungere da sostituto di imposta ed ha capienza fiscale elevata, può tranquillamente scegliere la via del 730. Se dalla dichiarazione dei redditi esce fuori un credito di imposta per il lavoratore, cioè se deve vedersi restituire parte dell’Irpef e delle addizionali versate, il datore di lavoro con la busta paga del mese di luglio o agosto, erogherà le risultanze della dichiarazione insieme allo stipendio di quel mese.
Per contro, se il lavoratore dovrà versare delle tasse, il datore di lavoro negli stessi mesi effettuerà le trattenute. In pratica, tratterrà dallo stipendio del mese in oggetto, ciò che il Fisco pretende. Con il 730 il lavoratore non ha oneri e non deve effettuare praticamente nulla se non presentare la dichiarazione con le varie formule previste (CAF, Commercialisti, sostituto di imposta, cassetto fiscale con Spid, Cie o Cns). Ciò che accade per i lavoratori dipendenti accade per i pensionati. È l’Inps che in questo caso funge da sostituto di imposta, quasi fosse il datore di lavoro del pensionato. In questo caso è sul cedolino di pensione che si effettuano i conguagli, tanto in avere che a dare.
Modello Redditi PF, perché usarlo
Il modello Redditi invece, tiene fuori i sostituti di imposta, perché non li utilizza proprio. I conguagli a debito o a credito vengono effettuati direttamente con il Fisco. La via del modello Redditi Persone Fisiche è quella che utilizza chi ha redditi diversi oltre a quelli da lavoro dipendente o da pensione. Ma anche chi ha problemi con il datore di lavoro, magari di incapienza fiscale di quest’ultimo o perché è soggetto particolare e non virtuoso da questo punto di vista. Per i pagamenti fiscali in questo caso, tutto si risolve con il contribuente che tramite modello F24 deve andare a versare le imposte a debito. In caso di imposta a credito invece, sarà l’Agenzia delle Entrate a saldare il tutto con un bonifico direttamente al richiedente. In genere nel giro di 15/24 mesi.
Il modello 730 senza sostituto di imposta
Una via alternativa, come abbiamo detto in premessa, può essere quella di un 730 particolare. Parliamo del modello 730 senza sostituto di imposta. Nel modello 730 infatti, nel frontespizio, si inserisce il nome con tutti i dati del soggetto che deve effettuare il conguaglio, cioè del sostituto di imposta. Se non viene inserito e si barra la casella “assenza di sostituto”, si sceglie di fatto di fare effettuare i conguagli direttamente al Fisco. I tempi degli eventuali rimborsi però si allungano. Infatti occorrerà indicare all’Agenzia delle Entrate il numero del codice Iban per ottenere i rimborsi, che così arriveranno direttamente sul conto corrente del contribuente. Ma se con il sostituto di imposta tutto si risolve con le buste paga di luglio e agosto, con il 730 senza sostituto tutto si incassa a dicembre direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Pagamenti con F24 anche con il 730 senza sostituto
Senza Iban invece, tempi ancora più lunghi, perché è a marzo dell’anno successivo quello di dichiarazione che arriveranno i rimborsi.
Tempi più lunghi quindi, ma soluzione più vantaggiosa rispetto al modello Redditi PF. Ma il modello 730 anche se senza sostituto, non può essere utilizzato da tutti, perché chi è obbligato al modello Redditi PF dovrà continuare per forza di cose ad usare quello. Con il 730 senza sostituto infine, eventuali imposte a debito vanno versate con il modello F24 di pagamento. Se si utilizzano i canali dei Caf e dei commercialisti contemporaneamente alla presentazione del modello 730 verrà rilasciato anche il modello F24.