C’è chi, come il Sole 24 Ore lo chiama effetto Superbonus. Parliamo della miriade di atti che i contribuenti italiani stanno presentando all’Agenzia del Territorio in questo mesi. Tutto parte proprio dal Superbonus e dalla necessità di aggiornamento dei valori catastali delle case.
È forse la misura principale tra tutte quelle che i governi che si sono succeduti, hanno introdotto. Naturalmente per quanto concerne il settore immobiliare. È al Superbonus infatti che si devono i tantissimi cantieri aperti da Nord a Sud. Ponteggi ovunque, esterni in rifacimento, pannelli solari in fase di montaggio. È lo scenario che si vede dalle periferie delle grandi città, ai centri direzionali, dai piccoli paesi alle nostre metropoli.
Impossibile quindi che misure così importanti non abbiamo un impatto notevole a 360 gradi su tutto il settore edilizio. Anche il catasto quindi, viene praticamente sconvolto da queste agevolazioni a macchia d’olio ed a 360 gradi.
Lo spiega bene anche il quotidiano economico finanziario, il Sole 24 Ore. Per aggiornare o dati catastali degli immobili infatti, solo nel 2021 si sono registrati la bellezza di ben oltre 300.000 atti in più del solito.
Se qualcuno pensava che solo la riforma del catasto dovesse provocare la rivoluzione del settore dei fabbricati e dei terreni, non ha considerato l’effetto Superbonus. La misura che offre il super sconto del 110% per chi intende adeguare la propria casa alle nuove normative sul risparmio energetico e la messa in sicurezza degli edifici, anche contro gli eventi sismici, è un autentico terremoto.
Come dicevamo prima, nell’anno fiscale 2021, sono pervenute in catasto ben 300.000 dichiarazioni di variazione dei beni o di nuovo accatastamento dei fabbricati.
Se era il rilancio del settore l’obbiettivo principale del Superbonus, obbiettivo raggiunto. La mole di extra lavoro per le imprese edili si sposa alla pe frazione con l’extra lavoro per i tecnici del settore, dagli architetti agli ingegneri e ai geometri. L’aumento degli atti catastali è rilevante. Basti pensare che prima del 2021 in Italia e al catasto, si producevano in media un mulino di atti per o fabbricati e 300.000 per i terreni. Nel 2021 sono stati 1,3 milioni gli atti per il capitolo fabbricati.
I dati non sono campati in aria. Infatti o dati del Sole 24 Ore richiamano a quelli pubblicati nel PIAO, ovvero nel Piano integrato di attività e organizzazione che ha come obbiettivo lorganizzare il triennio catastale 2022-2024. In piano che porta la firma del numero uno dell’Agenzia delle Entrate, il DG Ernesto Maria Ruffini.