Bollette domestiche luce e gas, tutti i pro e i contro del mercato libero e di quello tutelato

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La chiusura del mercato tutelato per le bollette di luce e gas è una cosa di cui si parla da anni. Di proroga in proroga ancora oggi esistono due tipologie di mercato. C’è quello libero e quello tutelato. Telefonate di sedicenti operatori di svariate imprese fornitrici che arrivano a ripetizione. Oppure visite domiciliari di ragazzi che vendono contratti di fornitura. Il mercato libero porta a questo, con la concorrenza che inevitabilmente porta a prezzi diversi da società a società. Ma non sempre l’obbiettivo risparmio viene portato a casa, perché occorre prestare attenzione a diverse cose. Non è raro infatti che ci siano famiglie che hanno cambiato fornitore cercando di trovare un risparmio sulle bollette, ma alla fine hanno avuto l’effetto contrario, cioè un rincaro.

Mercato libero luce e gas, ecco a cosa prestare attenzione

La principale domanda oggi diffusa per milioni di famiglie riguarda la convenienza tra mercato libero e mercato tutelato. Perfino il Corriere della Sera ha approntato una analisi dettagliata in cui si spiegano i pro e i contro del mercato libero e del mercato tutelato. La scelta non è delle più semplici e sbagliare significa rischiare di pagare molti più soldi con le bollette.

Mai come adesso le bollette energetiche casalinghe sono diventate di fondamentale importanza. Gli aumenti del costo dell’energia ha portato moltissime famiglie a guardarsi intorno, alla ricerca del risparmio per contenere l’impatto di aumenti esponenziali sulle bollette. A dire il vero, la situazione è differente da famiglia a famiglia, perché in alcuni casi gli aumenti hanno toccato l’80% ed in altri casi la bolletta non è aumentata di un centesimo. Molto dipende dai fornitori. Altro fattore è la tipologia di contratto, le eventuali fasce orarie e così via. Il mercato libero permette di cambiare fornitore in qualsiasi momento, senza limiti e senza particolari disservizi. Infatti non ci sarà bisogno di cambiare contatore, non ci saranno giorni di mancanza di corrente o di gas durante il passaggio da un fornitore all’altro. Anche lasciando il mercato tutelato per entrare in quello libero, non produce alcun problema. Addirittura, eventuali bollette non pagate con un vecchio gestore, passano al nuovo, perché gli arretrati vanno comunque pagati.

Il mercato tutelato e le garanzie per i clienti sulle bollette

Il mercato della maggior tutela è ancora oggi quello più utilizzato. Un po’ per via del nome, che sembra garanzia di correttezza ed un po’ per la paura di questi disservizi prima citati ma non presenti nella realtà dei fatti, le famiglie ancora oggi restano ancorate a questo mercato dove i prezzi li stabilisce una autorità. Infatti nel mercato della maggior tutela (Enel Servizio Elettrico Nazionale), alle famiglie viene imposto un prezzo calmierato ed identico in tutto il Paese. A deciderlo l’ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. In base ai calcoli del Corriere della Sera, nel primo trimestre 2022, il kW per una familgia normale, con 2.700 kWh di consumo annuo e con 3 kW di potenza impegnata, è stato pagato poco più di 46 centesimi. Gli aumenti sono notevoli. Infatti lo stesso periodo, cioè il primo trimestre, dell’anno scorso, il kW era pagato 20,80 centesimi circa. Nel mercato tutelato l’aggiornamento è di tre mesi in tre mesi, in base ai prezzi all’ingrosso dell’energia ed in base all’andamento dei mercati. E sempre l’ARERA lo stabilisce. Da 73,42 centesimi a metro cubo a 123,62 centesimi a metro cubo invece, è l’aumento del prezzo del gas rilevato nel secondo trimestre 2022 rispetto al secondo trimestre 2021.

Il mercato libero è diverso, ma i pericoli sono tanti se non si presta attenzione

Ormai largamente diffuso, il mercato libero ha prezzi che variano da fornitore a fornitore, e le variazioni dipendono più dal mercato reale che da quello finanziario cui invece guarda il mercato sotto la maggior tutela. Già questo è garanzia di potenziale risparmio, dal momento che le aziende (oggi sono 723 i rivenditori operanti in Italia), fanno i loro affari e stabiliscono ricarichi, utili e guadagni in base alle loro politiche. La prima cosa da considerare è la scelta del prezzo da pagare.

Ci sono aziende che vendono contratti a prezzo variabile, collegato a diversi fattori tra cui il mercato reale prima citato. Ci sono invece quelle che fermano il prezzo per un periodo certo, che può essere un anno, un biennio o un triennio. La seconda via è senza dubbio la preferibile, come dimostrano le notizie di oggi. Infatti solo chi ha stipulato questo tipo di contratto, almeno fino alla scadenza del termine fissato, non ha subito i rincari di questi mesi.

Occhio alle telefonate, alle visite a casa e ai dati richiesti

Come dicevamo il regime di libero mercato ha aumentato a dismisura la concorrenza. E tutte le aziende, che come detto sono oltre 700, hanno scatenato le loro squadre. Telefonate a tutte le ore e visite a casa sono all’ordine del giorno. Mai dare i codici PDR o POD a chi chiama al telefono. Perché si rischia di sottoscrivere un contratto via telefono. Mai far vedere una bolletta pregressa a chi si presenta a casa, magari chiedendo anche il documento di riconoscimento.

Le pratiche che adottano le compagnie che cercano clienti sono quasi sempre queste e sono piuttosto aggressive. Ci sono quelli che visionando la vecchia bolletta di una persona, offrono una tariffa che porta sicuramente a risparmiare, ma con clausole e particolarità che poi sortiscono l’effetto contrario. Basti pensare a quelle tariffe su fascia oraria che permettono si un risparmio, ma solo se la luce si accende dopo la mezzanotte, oppure se la lavatrice la si fa partire dopo le 20. Basti pensare che statistiche alla mano, visionando i siti Internet dei fornitori, su oltre 700 offerte, solo 120 erano, a parità di condizioni, migliori di quelle del mercato sotto la maggior tutela.

Occhio alle offerte e alle clausole per le bollette

In pratica, più facile imbattersi in un aumento che in un risparmio. Anche perché le componenti fisse della bolletta, come trasporto, Iva, oneri di sistema e così via (al netto di ciò che il governo temporaneamente ha fatto per contenere gli aumenti), sono identiche per tutti.

Le offerte ingannevoli pullulano. Basti pensare che rispetto la dato prima citato di circa 120 offerte migliori di quelle del servizio tutelato, si stima che oltre 613 offerte messe in campo da queste società, promettono risparmi che invece non esistono. Bisogna fare occhio anche alle clausole. Il risparmio a tempo per esempio. C’è chi vende per esempio una tariffa fissa a termine, magari della durata di 12 mesi. Oppure chi vende un pacchetto fino ad un determinato consumo. In pratica, fino a una certa soglia il kW costa un tot, ma se si supera, i prezzi diventano da salasso.

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.