Circa 22.000 ettari a riposo in agricoltura, sono stati sbloccati in Emilia Romagna con provvedimento della UE. Terreni precedentemente a riposo che adesso andranno verso le coltivazioni di mais e soia. Una notizia buona questa, perché sul sito “sulpanaro.net”, si parla di una Emilia Romagna che vira dritto verso la produzione di girasole, soia e sorgo per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, mai come adesso in pericolo.
Sbloccati 22.000 ettari di terreni a riposo
Dalla UE la notizia che molti addetti al settore agricolo attendevano. Lo sblocco dei terreni a riposo è un vantaggio non indifferente per alcune produzioni di cui già oggi si ha grande bisogno. L’Unione Europea sblocca di fatto ben 22.000 ettari di terreni a riposo. Il mondo dell’agricoltura è in fermento. Il settore dell’agricoltura è tra quelli più colpiti da ciò che sta accadendo in Ucraina, con il conflitto con la Russia.
In Emilia Romagna adesso di potranno seminare nuovi campi di girasole soia, sorgo e mais. La questione della salvaguardia di approvvigionamento alimentare ha spinto le Autorità Europee a passare all’azione. E le associazioni di categoria gongolano. Il problema nasce dalla carenza sempre maggiore di concimi e fertilizzanti. E dalla Confagricoltura dell’Emila Romagna, fanno sapere che la via giusta è quella intrapresa dalla UE. Si deve virare direttamente su colture che prevedono un uso meno drastico e radicale di prodotti fitosanitari.
Si deve guardare ad altre colture in agricoltura
La guerra tra Russia ed Ucraina gioco forza ha portato ad un netto calo di approvvigionamento di questi prodotti utili alle coltivazioni più disparate, primo tra tutti il grano. Proprio Lorenzo Furini, il responsabile per la Confagricoltura della Regione, per quanto concerne la sezione cereali, parla di coltivazioni di girasole, soia e sorgo, come di quelle dove c’è meno bisogno di concimi e fertilizzanti. Prodotti che per il grano, ma anche per il mais (anche se è inserito tra le colture da avviare, si consiglia di scegliere le altre), servono a dismisura. E visto che comunemente è da quei paesi oggi in Guerra che si attinge per la maggiore in Italia, ecco che le vie alternative vanno sfruttate.
Il suggerimento della Confagricoltura
Oltre al responsabile dell’area cereali della Confagricoltura, anche il presidente della stessa associazione in Emilia Romagna la pensa in egual modo. Secondo Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, per le coltivazioni di questo 2022 e anche dell’anno venturo, serve adottare dei piani strategici di settore finalizzati a coltivare nel tempo ciò di cui abbiamo bisogno. E senza considerare i fertilizzanti che purtroppo saranno sempre meno reperibili vista la piega lunga che sta prendendo il conflitto in Ucraina.
Secondo i rappresentanti della nota associazione, come si legge sul già citato sito, proprio lo sblocco dei terreni a riposo fa da lancio al fatto che in Emilia Romagna sarà possibile incrementare la produzione di girasole di oltre il 25%. Con una variazione non indifferente e non solo numericamente. In effetti in Emilia Romagna si sta svoltando verso il girasole da olio e non solo quello da seme. Il tutto per la continua carenza di questo prodotto sempre più richiesto e sempre più carente. Da 12.000 a 17.000 ettari sarà l’aumento dei campi coltivati a girasole. E da 40.000 a 47.000 ettari sarà l’incremento dei campi di soia.