Vendere casa è possibile solo se si è i proprietari del bene. Ma se si diventa co-eredi insieme ad un altro che non vuole fare la successione?
Vendere casa, il concetto la successione ereditaria
Spesso quando si eredita un bene, ci si chiede come destinarlo. A prescindere dal legame affettivo, il cui caso tipico è quello del ricevimento della casa di famiglia, occorre dichiararne l’accoglimento. Quando avviene la morte di un soggetto, gli immobili e i beni in suo possesso passano agli eredi. Per far ciò a prescindere se ci sia un testamento o meno, occorre fare la successione.
La dichiarazione di successione deve essere presentata dagli eredi, dai chiamati all’eredità, dai legali entro 12 mesi dalla dita di apertura della successione. Tale data di solito coincide con la data del decesso del contribuente. La dichiarazione di successione può essere presentata da uno degli eredi, indicando ovviamente tutti gli altri, attraverso:
- i servizi telematici;
- tramite un intermediario abilitato;
- presso l’ufficio competente dell’Agenzia delle entrate.
I costi connessi alla dichiarazione di successione
Se si eredita un immobile, prima di presentare la dichiarazione di successione occorre calcolare e versare le imposte
- ipotecaria
- catastale
- di bollo
- la tassa ipotecaria e i tributi speciali (per esempio, per le formalità ipotecarie).
Il pagamento delle somme dovute va effettuato con addebito sul conto corrente aperto presso una delle banche convenzionate con l’Agenzia delle entrate o Poste Italiane S.p.a intestato al dichiarante oppure al soggetto incaricato della trasmissione telematica della dichiarazione. Per questo motivo, quando si compila la dichiarazione vanno indicati il codice Iban del conto sul quale addebitare le somme dovute e il codice fiscale dell’intestatario del conto corrente.
Ma cosa succede se un erede non vuole fare la successione?
Quando ci sono più eredi e uno o più non vogliono firmare la successione, una soluzione è quella di rivolgersi al tribunale. Occorre chiedere al giudice di competenza di avviare un procedimento giudiziale dell’eredità. Infatti il codice Civile stabilisce che nel caso in cui un erede non voglia firmare la successione, è possibile chiedere lo scioglimento della comunione.
Nel caso in cui non si riesca a trovare un accordo sulla divisione, ogni erede può presentare una domanda di divisione, indipendentemente della volontà degli altri co-eredi. Ma attenzione, se questo procedimento deve essere fatto prima della vendita di un immobile, proprio perché richiede tempi e costi relativi alla giustizia. Quindi se ci fosse un compratore interessato, spesso, non aspetta la tempistica prevista e vendere casa sarà impossibile.
Vendere casa, altra soluzione se l’erede non vuole firmare
Tuttavia altra soluzione da applicare se un erede non vuole firmare la successione è quella della rinuncia all’eredità. Si tratta di un atto con il quale di chiamato dichiara di non accettare l’eredità e dunque di non subentrare nella posizione giuridica del de cuius. Tale diritto si esercita con espressa dichiarazione scritta da effettuarsi di fronte a un notaio oppure al tribunale della cancelleria.
In questo ultimo caso è necessario portare con se:
È necessario inoltre presentare i seguenti documenti:
- la carta d’identità e il codice fiscale dei dichiaranti;
- il codice fiscale del defunto;
- se ci sono minori, tutelati o amministrati una copia conforme dell’autorizzazione del giudice tutelare;
- una copia conforme del testamento se presente;
- l’originale certificato di morte.
E’ un negozio giuridico unilaterale, che ha effetto per tutta la durata della vita di chi ha rifiutato, anche se ci sono alcuni casi in cui è revocabile. Pertanto prima di vendere casa, ricevuta in eredità, è davvero importante individuare gli altri co-eredi. Al momento che tutti partecipano alla successione, e al pagamento delle rispettive tasse, l’immobile può essere compravenduto, almeno dal punto di vista della legittimità dei reali proprietari.