L’Italia ha deliberato lo Stato di Emergenza per la crisi umanitaria in Ucraina, lo stesso consente di adottare decisioni straordinarie per affrontare gli effetti di questa crisi che ci coinvolge sempre più. Ecco cosa prevede il decreto.
Stato di Emergenza: le parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi
Il decreto del 1° marzo 2022 adotta lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022, prevede uno stanziamento 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali, al fine di prestare soccorso e assistenza alle popolazioni dell’Ucraina. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato che lo stato di emergenza proclamato non andrà a influire sul termine dello stato di emergenza proclamato per far fronte all’emergenza Covid 19 e che termina il 31 marzo, inoltre non porterà cambiamenti per gli italiani. Si tratterebbe solo di uno strumento volto ad affrontare la crisi umanitaria in Ucraina.
Aiuti e accoglienza ai profughi dell’Ucraina
Si è previsto l’incremento di risorse del Ministero dell’Interno per attivazione, locazione e gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza, i posti avranno un incremento complessivo di 13.000 unità. La spesa gestita dal Ministero degli Interni sarà di 54,1 milioni nel 2022. Dei 13.000 posti, 3000 unità saranno gestite attraverso il Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) gestisti dagli enti locali e diretti soprattutto a nuclei familiari e persone vulnerabili. In questo caso la spesa prevista è di 37,7 milioni nel 2022 e 44,9 milioni di euro per ciascuno dei due anni 2023 e 2024.
Invio di armi
Lo stato di emergenza prevede però anche altro, comporta fino al 31 dicembre 2022, ( decisione già ratificata dal Parlamento con maggioranza trasversale) la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore del governo dell’Ucraina derogando di fatto alla legge 185 approvata nel 1990 e che vieta l’esportazione di armi verso i Paesi in conflitto armato. Deve però essere sottolineato che è top secret la tipologia di armamenti che sarà inviata e la quantità, voci di corridoio parlano di missili anticarro e antiaereo, ma anche mitragliatrici e naturalmente munizioni.
Piano di riduzione programmata dell’uso del gas
Nel decreto che proclama lo stato di emergenza è previsto anche il razionamento dell’uso del gas: viene sottolineato che in questo momento non vi è alcuna emergenza, ma nel caso in cui in futuro le cose dovessero cambiare, è già pronto il piano di riduzione programmata del consumo di gas. Le misure dovranno essere adottate dal Ministro della Transizione Ecologica attraverso provvedimenti e atti di indirizzo che dovranno essere comunicati al Consiglio dei Ministri nella prima seduta successiva all’adozione. Questo implica che il ministro, per ora Cingolani, potrà agire senza un preventivo assenso del Consiglio dei Ministri.
Il piano prevede il razionamento del gas utilizzato dalle centrali per la produzione di energia elettrica e la massimizzazione della produzione da altre fonti. Le altre fonti sono rappresentate da carbone, olio combustibile ed energie rinnovabili. Agli impianti ad olio combustibile e carbone si applicheranno i limiti alle emissioni inquinanti previsti dall’Unione Europea e non quelli nazionali. I secondi sono maggiormente restrittivi, in poche parole sarà possibile inquinare di più per far fronte al fabbisogno energetico.
Sarà Terna, in quanto gestore della rete, a dover gestire queste delicate operazioni attraverso nuovi compiti che gli saranno affidati.
Ulteriori misure adottate dall’Italia
Il decreto, infine, prevede misure di sostegno a studenti, docenti e ricercatori di nazionalità ucraina un apposito fondo con una dotazione pari a 500 mila euro da iscrivere nello stato di previsione del Ministero dell’università e della ricerca.
Occorre ricordare che tra le decisioni assunte in questi giorni per far fronte all’emergenza, c’è anche l’invio di soldati ai confini dell’Ucraina. Si provvede al potenziamento della presenza in Romania e Lettonia, saranno inviati 4 aeroplani nella base di Mihail Kogalniceanu di Costanza. Il governo mette a disposizione anche ulteriori 1400 uomini dell’Eservcito, della Marina e dell’Aeronautica. I militari non saranno impiegati nel conflitto nei territori di Russia e Ucraina, ma ai confini in modo da attivare un servizio di sorveglianza dello spazio aereo e marino.