Il sistema pensionistico italiano attualmente prevede tre sistemi di calcolo della pensione: contributivo, retributivo e misto. Questi si applicano a seconda del percorso assicurativo del lavoratore. Gli stessi comportano importi maggiori o minori. Vediamo ora quando si applicano.
Metodo contributivo, retributivo e misto
La prima cosa da sottolineare è che il sistema migliore per calcolare la pensione è il retributivo. Si tratta però di una misura in via di esaurimento e la data da tenere in mente è il 31 dicembre 1995. Un cosa è certa: chi ha iniziato a versare i primi contributi dopo il 1995 avrà la pensione calcolata solo con il metodo contributivo. Si tratta in genere di persone che nel 1995 avevano circa 18 anni, nati quindi nel 1977 considerando questa come età in cui si entra nel mondo del lavoro. Ci sono sicuramente persone nate prima che sono entrate nel mondo del lavoro dopo il 1995, quindi diciamo che questo è un riferimento abbastanza labile.
Il metodo retributivo: a quali categorie di pensione viene applicato?
La seconda opzione riguarda coloro che prima del 31 dicembre 1995 hanno maturato anzianità contributiva, in questo caso:
- se gli anni di contributi sono meno di 18 (prima del 31 dicembre 1995), la pensione si calcola con il sistema retributivo per il periodo relativo e con il sistema contributivo per gli anni versati dal primo gennaio 1996 fino al momento della pensione.
- Se gli anni di contributi versati prima del 31 dicembre 1995 sono almeno 18 c’è un trattamento di maggiore favore. In questo caso il calcolo con il sistema retributivo viene applicato per i contributi versati fino al 31 dicembre 2011.
Il metodo retributivo prevede il calcolo della pensione basandosi sulla media delle retribuzioni maturate rivalutate. In base alle indicazioni dell’INPS con il calcolo retributivo era possibile avere una pensione pari al 70% della retribuzione media percepita se si accede con 35 anni di contributi e l’80% della retribuzione media percepita nel caso in cui il lavoratore abbia maturato un’anzianità contributiva di 40 anni.
Il sistema contributivo
Il sistema contributivo, in base a quanto indicato dall’INPS, è più complesso, infatti prevede:
- il calcolo della base imponibile annua, cioè la retribuzione annua versata dall’assicurato ogni anno;
- si procede con il calcolo dei contributi versati ogni anno moltiplicando la base imponibile per l’aliquota del 33% per i lavoratori dipendenti. Gli importi devono quindi essere rivalutati attraverso i dati elaborati dall’ISTAT e applicando un coefficiente di trasformazione legato all’età del lavoratore che vuole accedere alla pensione.
- Il coefficiente aumenta all’aumentare dell’età, quindi chi cerca di accedere prima alla pensione, avrà comunque una pensione inferiore rispetto a chi accede all’età prevista per la pensione di vecchiaia.
Ricordiamo che per gli anni 2023 e 2024 non è previsto nessun adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita.
Attenzione alla pensione anticipata
Il calcolo pensionistico maggiormente favorevole è quello con il sistema retributivo e naturalmente il sistema misto. Proprio per questo è bene porre attenzione, infatti alcune forme pensionistiche agevolate richiedono la rinuncia al calcolo retributivo e l’applicazione del solo metodo di calcolo contributivo, succede ad esempio con Opzione Donna, per questo solitamente si afferma che chi sceglie di andare in pensione con Opzione donna perde circa il 30% dell’assegno.
Il calcolo contributivo non si applica invece alla pensione Precoci che si calcola in modo ordinario.