In questi giorni molti titolari di Partita Iva stanno ricevendo una lettera di compliance dall’Agenzia delle Entrate, ma di cosa si tratta e cosa è necessario fare?
Cos’è la lettera di compliance che sta inviando l’Agenzia delle Entrate?
Le lettere di compliance che in questi giorni l’Agenzia delle Entrate sta inviando ai titolari di partita Iva sono semplici inviti a regolarizzare la posizione con il fisco e questo perché confrontando le dichiarazioni presentate dal contribuente con i dati che l’Agenzia ha ricavato dalla banca dati, emergono delle dissonanze e di conseguenza è necessario regolarizzare la posizione. Dal punto di vista tecnico la lettera di compliance non è un accertamento fiscale, ma una comunicazione che in un certo senso suggerisce di procedere al ravvedimento operoso. Naturalmente nel caso in cui il contribuente non dovesse far fronte a questo onere si procederà ad un vero e proprio accertamento fiscale.
La lettera di compliance non essendo un avviso di accertamento non può essere impugnata, ma si possono fornire chiarimenti al fisco, ad esempio fornendo documenti che possano suffragare le proprie dichiarazioni o comunque la propria posizione. Può essere considerata una sorta di colloquio amichevole con il fisco.
Cosa indica la lettera di compliance dell’Agenzia delle Entrate?
In primo luogo nella lettera di compliance sono indicate le generalità del contribuente con numero di codice fiscale, numero della comunicazione e anno di imposta oggetto della lettera, codice dell’atto.
Molto importante al fine di individuare le discrepanze tra quanto dichiarato e quanto rilevato dall’Agenzia delle Entrate è la differenza tra il totale delle operazioni imponibili dichiarate e quelle che invece risultano tenendo anche in considerazione le fatture elettroniche inviate.
Infine sono indicate al contribuente le modalità attraverso cui può accedere ai dati.
L’accesso ai dati relativi alla propria posizione verso il fisco sono contenuti nel cassetto fiscale, si tratta di un servizio messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate al fine di controllare le proprie fatture e ricevute. Contiene gli atti registrati a partire dal 1986, i rimborsi richiesti dalla dichiarazione dei redditi a partire dal 1994 e le dichiarazioni di imposta dal 1998. Si può accedere all’area privata attraverso i siti fisconline o entratel e con il proprio SPID. In questo caso è possibile inviare comunicazioni solo in formato PDF oppure TIF/TIFF , ogni documento non può avere una dimensione maggiore di 5mb, in caso di documenti di maggiore “peso” è bene suddividerli in più file.
La lettera di compliance è particolarmente dettagliata, infatti sono indicate le operazioni inerenti la dichiarazione oggetto di attenzione con il metodo analitico, in questo modo diventa più facile per il contribuente fornire dichiarazioni e documenti.
Lettera di compliance e ravvedimento operoso
Naturalmente nel momento in cui ci si rende conto che effettivamente l’Agenzia delle Entrate ha “ragione”, il consiglio è quello di operare attraverso il ravvedimento operoso. Questo consente di pagare le maggiori somme accertate con una riduzione delle sanzioni applicate. I nuovi importi saranno così calcolati:
- maggiore imposta dovuta;
- interessi legali maturati dal momento in cui si doveva effettuare il pagamento al momento in cui effettivamente lo stesso si esegue;
- applicazione della sanzione in misura ridotta.
Per compiere le operazioni è necessario utilizzare il modello F24.
Nel caso in cui ci siano dubbi sulla lettera di compliance è possibile chiedere delucidazioni chiamando al numero verde 800.909.696 da telefono fisso oppure allo 06.96668907 da cellulare dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 17:00. Oppure recandosi alla direzione provinciale di appartenenza o all’ufficio territoriale di competenza. Naturalmente è possibile comunicare con l’Agenzia delle Entrate anche tramite il proprio commercialista di fiducia.