Libretto postale, la tassa annuale che non piace ai consumatori

cessione del credito poste italiane

Libretto postale c’è una tassa che si paga ogni anno sul deposito, e questo non piace proprio ai consumatori, in cosa consiste?

Libretto postale ecco quando si paga la tassa

Il libretto postale è ancora una realtà molto usata dagli italiani. Questo perché i risparmi sono garantiti dallo stato. E non ci sono costi di apertura, chiusura e gestione ad eccezione degli oneri di natura fiscale. Tuttavia com’è noto, Poste italiane offre tanti tipi di libretto postale, ma tutti prevedono il pagamento di una tassa annuale. Sia che si tratta di libretti cartacei che demeterializzati, e anche nella variante dedicata ai minorenni.

Si tratta dell’imposta di bollo che si paga sui libretti postali, Postepay dotata di IBAN, e i titolari di conto corrente Bancoposta. Per tutti e tre i casi l’imposta si paga solo se ha una cifra in deposito, maggiore di 5 mila euro. La tassa è stata introdotta con il governo Monte, nel 2011 e da allora viene applicata tutti gli anni ai contribuenti. Una tassa che comunque non piace agli italiani, visto che ancora una volta si toccano i risparmi degli italiani, per il solo fatto di essere depositati.

Libretto postale, tra tasse ed imposte, ecco quanto si paga

Tra tasse ed imposte sul libretto postale c’è quella del 26% che il risparmiatore deve pagare sull’imposta sostitutiva sugli interessi maturati ogni anno. Inoltre sui libretti postali viene applicata l’imposta di bollo pari a 34.20 euro fino alla misura massima di 1.200 euro, per le persone fisiche. Mentre è di 100 euro per le persone giuridiche. Dunque l’importo si paga in maniera indiscriminata, purché sul conto ci sia una cifra pari o superiore a 5 mila euro. 

Gli interessi maturano dal giorno del versamento e fino alla data dell’estinzione del Libretto, con capitalizzazione annua al 31 dicembre. Il Libretto Ordinario assicura un tasso nominale annuo lordo dello 0,001%, in vigore dal 7 novembre 2019. Infatti basta fare un aggiornamento del proprio libretto è possibile verificare sia gli interessi che sono maturati nel corso dell’anno passato, sia la somma prelevata di 34,20 euro se si ha o si supera il limite previsto dalla legge introdotta dal 2011. Ecco, un semplice controllo annuale per avere sempre contezza dei propri risparmi.

Gli esclusi e i libretti più amati dagli italiani

La misura dell’introduzione dell’imposta di bollo rientra nel Decreto Salva Italia, nel governo Monti. Però tale imposta non si applica sui fondi pensioni e sui fondi sanitari. Tuttavia una cosa è certa, insieme ai buoni fruttiferi postali e i libretti sono la forma di risparmio più amata dagli italiani. Da una parte perché garantiti dallo Stato e dall’altra perché emessi da Cassa Depositi e Prestiti e distribuiti da Poste Italiane.

E se si supera il limite dei 5000 e non si vuole pagare la tassa? Un consiglio potrebbe essere quello di dedicare una somma ad un buono postale, che fanno abbassare il valore del libretto postale. Oppure aprire un altro libretto postale intestato a qualcuno di famiglia. Così nessuno tocca i risparmi, ma non è dovuta l’imposta, fino a che si mantengono i risparmi sono i 5 mila euro.

 

 

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