L’effetto Ucraina, anche dal punto di vista economico, sta producendo degli effetti negativi. Bollette su, nuova stangata per le famiglie, facciamo il punto della situazione.
Effetto Ucraina, ancora su il prezzo del gas
A seguito delle sanzioni imposte dai rappresentanti del G7, la Russia non ha tardato a dare la sua risposta. Infatti, l’interruzione del gasdotto Yamal- Europa, ha fatto registrare un costante aumento dei prezzi del gas. Ad Amsterdam le quotazioni del gas sono volate alla cifra record di 208 euro al megawattora. Quindi è ora di tentare nuovi accordi che permettano all’Europa di rifornirsi.
Tuttavia nel vecchio continente sembra che le scorte siano sufficienti per tutto l’inverno, ma occorre prevenire la situazione, qualora il cessate il fuoco, non venisse firmato. Ma i reali effetti di quello che sta accadendo oggi, si sentiranno a luglio, con 140 euro al megawattora per il gas. Gli aumenti saranno per tutti imprese e famiglie, senza alcuna distinzione, nonostante i primi interventi approntati dal nostro governo.
Continua a salire anche il prezzo della benzina
Due euro a litro e quanto si paga la benzina in questo momento. Anche il gasolio è aumentato, se pur meno rispetto alla benzina. Aumenti che sono dovuti a tanti fattori. Il primo è dato dal costo del singolo barile. Ma non solo, a pesare c’è anche alla debolezza dell’Euro sul dollaro. E che dire delle accise, sempre presenti, nonostante la situazione odierna.
Oltre a quanto detto cominciano a scarseggiare anche il quantitativo di benzina presente sul territorio italiano. Ma la guerra continua e anche alcune compagnie petrolifere fanno sentire la loro voce. Infatti il gigante russo del petrolio Lukoil ha chiesto di porre fine rapidamente alla guerra in Ucraina. E’ stata la prima compagnia nazionale ad opporti all’inversione del Paese da parte di Mosca.
Effetto Ucraina, il caso delle acciaierie
Un altro problema è quello legato alla scarsità dei metalli che l’Italia importa proprio dalle terre di guerra. In questo momento di conflitto, l’Italia rischia di bloccare il settore siderurgico. Nei giorni scorsi le acciaierie Ferriere Nord e le fonderie Zanardi hanno annunciato i primi fermi. Lo stabilimento Stellantis di Melfi chiuderà invece la prossima settimana, a causa delle difficoltà di rifornire le centraline a motore.
Oltre agli aumenti luce, gas c’è quello del grano. La Russia e l’Ucraina rappresentato quasi un terzo del commercio mondiale di grano. Sulla borsa di Parisi una tonnellata di grano si acquista a 400 euro (38% di incremento). Prezzi su anche per mais, frumento, avena. Inoltre l’Ucraina è il secondo fornitore di mais per l’Italia. Quindi l’Italia importa circa il 64% del grano tenero per pane e biscotti. Ed ancora il 44% di grano duro per la pasta, il 47% di mais e soia. Elementi base per molti dei prodotti maggiormente apprezzati dagli italiani.