Si sono accentuati in maniera esponenziale i problemi dell’Inps in materia previdenziale, sulle pensioni. L’emergenza pandemica ha prodotto un notevole incremento dei ritardi nell’espletamento delle pratiche di pensione.
Ma le lungaggini burocratiche peggiorate non sono certo l’unico dei problemi con cui hanno a che fare i cittadini pensionati o pensionandi.
Moltissimi infatti i ricorsi presentati dai contribuenti nei confronti dell’Inps.
E spesso le problematiche sono relative a pensioni sbagliate. Calcolo errato o mancato riconoscimento di integrazioni e trattamenti sono alla base di moltissimi ricorsi.
Troppi gli errori sulle pensioni da parte dell’Inps, ma non tutti sono addebitabili all’Istituto
Alla data attuale ci sarebbero in pendenza oltre 500.000 ricorsi contro l’Inps per pensioni errate. Prima di approfondire alcune tematiche relative a questi errori da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Italiano, va detto che ci sono errori da parte dell’Istituto e mancate richieste da parte dei cittadini.
In questo ultimo caso nulla è addebitabile all’Inps naturalmente. Molti non sanno che ci sono alcuni diritti spettanti ai pensionati, che l’Inps non eroga automaticamente, ma serve espressa richiesta degli stessi pensionati.
Parliamo dei diritti inespressi, ovvero di somme aggiuntive sulla pensione, che se non è lo stesso pensionato a richiedere, non vengono assegnate dall’Inps. Maggiorazioni sociali, trattamento minimo, integrazioni, ma anche assegni familiari, quattordicesima e così via.
L’Inps non può sapere tutto sempre, gli adempimenti dei pensionati
Le comunicazioni reddituali a cui ogni anno i titolari di un trattamento pensionistico sono tenuti, non fanno altro che consentire all’Inps di erogare la pensione giusta ad un pensionato. Un figlio a carico che entra o esce dal nucleo familiare, produce un cambiamento che l’Inps non può conoscere se non lo segnala il pensionato stesso.
Lo stesso accade per redditi che cambiano da un anno all’altro, per il coniuge che prima era a carico e poi non lo è più e viceversa. Ma ci sono anche contributi previdenziali non utilizzati per la liquidazione della pensione, perché magari versati o accreditati dopo la stessa liquidazione.
Quando è l’Inps che sbaglia sulle pensioni
È altrettanto vero però che gli errori sulle pensioni sono assai frequenti e sono stati oggetto di alcune campagne di sensibilizzazione che i sindacati e i patronati hanno avviato in passato. Operazioni su larga scala che hanno portato a scoprire che una pensione su tre che eroga l’Inps hanno importi errati e a svantaggio del pensionato.
Naturalmente in primo luogo perché ci si è trovati a tutta una serie di diritti inespressi come quelli di cui parlavamo in precedenza in riferimento a mancate richieste dei pensionati. E poi perché l’Inps sbagliava.
Gli ultimi dati parlano di oltre 500.000 ricorsi contro l’Inps da parte di cittadini che denunciano, soprattutto, problemi ed errori di calcolo della pensione. Mancato cumulo dei contributi, oppure errori in sede di ricongiunzione, ma anche ritardo nelle liquidazioni delle stesse pensioni.
I ritardi dell’Inps sulle risposte per le pensioni
Soprattutto sulle pensioni di invalidità, oppure su quelle in deroga che sono collegate anche ai fondi a disposizione, non è raro il caso di pensionati che si trovano a dover aspettare tanti mesi per ricevere una risposta. Naturalmente raramente si perde tutto, perché l’Inps lavora con arretrati a partire dalla data di presentazione delle domande.
Ciò che stride è il fatto che spesso un lavoratore è costretto a lasciare il lavoro perché molte delle misure pensionistiche vigenti, tra i vincoli prevedono la cessazione del rapporto di lavoro. E rimanere per tanti mesi senza lavoro e senza pensione non è certo una cosa facile.
Gli errori più frequenti da parte dell’Inps
Per la maggior parte delle volte, gli errori dell’Inps riguardano pensioni che vengono calcolate in maniera errata. Parliamo di pensioni in essere quindi, o di quelle in prima liquidazione. Spesso si tratta di pensioni di importo inferiore a ciò che dovrebbero. Altre volte invece si tratta di pensioni non erogate per niente, come per i casi di mancato riconoscimento di un assegno di invalidità.
I numeri dei ricorsi prima citati provengono direttamente all’Inps e dal suo Comitato di indirizzo e vigilanza. Secondo il CIV Inps infatti, 931.000 pratiche erano giacenti e non ancora espletate al 31 ottobre 2021. Sempre secondo il Comitato, di tutti i ricorsi che pervengono all’Inps, il 40% produce un esito sfavorevole all’Istituto. In pratica, ogni 10 ricorrenti, 4 hanno ragione nel produrre ricorso nei confronti dell’Istituto.