In pensione prima è il sogno di tutti i lavoratori. Ed è l’argomento principale di una riforma delle pensioni che il governo, con l’ausilio dei sindacati, sembra sul punto di iniziare a varare. Il nostro sistema previdenziale è il peggiore o vicino ad esserlo come età di uscita rispetto ai Paesi Europei più vicini a noi come economia.
Ma è anche un sistema che ormai da anni è dotato di misure che anticipano la quiescenza per alcune particolari categorie di persone. Abbiamo infatti le donne a cui si applica il regime agevolato meglio conosciuto come opzione donna. Poi abbiamo i lavori notturni e usuranti con il loro scivolo. E ancora, i lavori gravosi o i disoccupati o addirittura, chi assiste parenti disabili.
Infine abbiamo i disabili, i soggetti affetti da patologie invalidanti che possono godere di prestazioni assistenziali ma anche di prestazioni previdenziali. Ed è proprio su questo che oggi andiamo ad approfondire, parlando di due misure destinate a chi ha determinate invalidità, ma collegate anche ai contributi versati.
Misure che permettono di accedere alla pensione discretamente in anticipo. Parliamo dell’Ape sociale e della pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile.
L’Ape sociale per invalidi, come funziona
L’Ape sociale è una misura che consente un anticipo di pensione a partire dai 63 anni di età. L’Anticipo pensionistico sociale è limitato a determinate categorie di lavoratori o soggetti in genere. Abbiamo infatti i disoccupati, i caregivers, i lavori gravosi e appunto gli invalidi. Tranne che per i lavori gravosi, per cui oltre ai 63 anni di età come soglia minima per accedere al trattamento pensionistico anticipato, servono 36 anni di contributi (32 per edili e ceramisti), per gli altri, invalidi compresi servono “solo” 30 anni di versamenti.
Per gli invalidi occorre anche avere un grado di invalidità certificato dalle competenti commissioni mediche delle Asl, superiore al 74%. Deve essere la Commissione medica delle Asl a certificare questo grado di invalidità, previo visita nei confronti del contribuente e dopo che il medico di base ha prodotto il certificato medico utile alle richieste delle prestazioni per disabili.
Ricapitolando, per ottenere l’Ape sociale come disoccupati servono i seguenti requisiti:
- Almeno 63 anni di età;
- 30 anni di contributi versati;
- Percentuale di disabilità certificata dalla Commissione Medica Asl superiore al 74%.
La pensione anticipata per invalidità pensionabile
Ancora più vantaggiosa in termini di uscita è la pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile. In questo caso deve essere la commissione medica Inps a certificare il grado di invalidità. Per questa misura serve una invalidità pensionabile pari ad almeno l’80%.
La commissione Inps certifica l’invalidità basandosi sulla riduzione della capacità lavorativa del soggetto interessato in base alle mansioni e all’attività lavorativa svolta dallo stesso. Si può uscire con questa misura a 61 anni se il richiedente invalido è maschio, mentre a 56 anni se invece si tratta di una lavoratrice invalida donna. Servono almeno 20 anni di contributi previdenziali versati, alla stregua di quelli necessari per le ordinarie pensioni di vecchiaia a 67 anni.
Va ricordato che la misura prevede 12 mesi di finestra. In altri termini la decorrenza della prestazione è posticipata di 12 mesi rispetto alla data in cui si maturano i requisiti previdenziali che sono:
- 61 anni di età per gli uomini;
- 56 anni di età per le donne;
- 80% di invalidità pensionabile almeno;
- 20 anni di contributi a qualsiasi titolo versati.