Andare in pensione subito, nel 2022, con ben 5 anni di anticipo rispetto a pensioni di vecchiaia e pensioni anticipate è un autentico sogno per milioni di lavoratori. Ma per molti di essi potrebbe tramutarsi in realtà. Anzi, per alcuni potrebbe scattare anche una ipotesi ancora maggiormente favorevole. Infatti la pensione potrebbe arrivare addirittura con 7 anni di anticipo.
Parliamo degli scivoli, cioè di quegli strumenti che permettono ai lavoratori in accordo con l’azienda, di anticipare la pensione con assegno in gran parte a carico delle aziende stesse. Anche in materia previdenziale quindi, diventa importantissimo il ruolo del datore di lavoro. E si tratta di misure che mai come adesso sembrano riscuotere interessa per via della fase in cui è arrivato il sistema previdenziale, ormai alle porte di una riforma che rischia di essere ancora peggiore dell’attuale legge Fornero.
Come lasciare il lavoro e andare in pensione prima con l’aiuto del datore di lavoro
Le opzioni di pensionamento anticipato non mancano nemmeno nel 2022, nemmeno dopo la chiusura di quota 100. E non si parla solo di quelle misure che la legge di Bilancio ha introdotto come la quota 102. E nemmeno di misure che la stessa manovra finanziaria ha prorogato ed in alcuni casi potenziato come l’Ape sociale o opzione donna. Parliamo degli scivoli aziendali, opzioni che tirano dentro sempre di più il datore di lavoro.
Esistono tre scivoli che permettono di andare in pensione prima per il tramite di una intesa fra azienda e sindacati. Mandare in pensione 5 anni prima il personale, sempre che ci sia adesione da parte dei lavoratori interessati è quello che consentono questi scivoli. Nello specifico la misura si chiama contratto di espansione.
Il contratto di espansione, guida allo strumento di pensione anticipata
Con il contratto di espansione l’interessato può ottenere una indennità di importo pari alla pensione che ha maturato al momento dell’uscita. SI tratta di una indennità mensile pagata dall’azienda fino al raggiungimento della vera e propria pensione, quindi per 5 anni se il lavoratore esce a 62 anni di età e deve attendere i 67 anni della pensione di vecchiaia.
Ma può uscire anche prima dei 62 anni, o meglio, senza limiti di età se si trova a 5 anni dal completamento dei 42 anni e 10 mesi di contributi utili alla pensione anticipata (per le donne 41 anni e 10 mesi). In questo caso l’azienda o il datore di lavoro in genere, oltre a versare l’indennità, versa pure la quota mancante di contributi da versare per raggiungere quelle soglie prima citate relative alle pensioni anticipate.
Per l’azienda in materia di contratti di espansione vige l’obbligo di assumere un nuovo addetto ogni tre rientranti nello scivolo. Inoltre ad addolcire l’esborso la possibilità di sfruttare i due anni di Naspi teoricamente spettanti ai lavoratori interessati dallo scivolo.
Isopensione, in pensione anche sette anni prima
L’isopensione, che viene definito pure contratto di esodo consente ai lavoratori di anticipare la pensione anche di 7 anni. Anche in questo caso i 7 anni sono quelli che mancano ai lavoratori o per la pensione di vecchiaia (almeno 67 anni di età e 20 di contributi) o per quella anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne).
In ogni caso l’azienda deve versare oltre all’assegno di accompagnamento alla pensione, pure i contributi previdenziali dovuti per tutta la durata dello scivolo. Utilizzabile da imprese con più di quindici addetti.
Assegno straordinario per il tramite dei fondi bilaterali
Un’altra misura che rientra di diritto in quelli che comunemente sono definiti scivoli aziendali è l’asegno straordinario. Anche in questo caso si tratta di uno scivolo di accompagnamento alla pensione, sia per le quiescenze di vecchiaia che per le quiescenze anticipate.
L’assegno straordinario ha una durata massima di 5 anni ed è pagato tramite l’utilizzo dei cosiddetti fondi di solidarietà bilaterale. Non è una possibilità generica ma vale solo per i settori lavorativi dove sono attivi questi fondi bilaterali. Anche per l’assegno straordinario l’azienda oltre a versare l’indennità mensile di accompagnamento alla pensione versano pure i relativi contributi previdenziali fino alla data di effettivo pensionamento.