L’Isee ormai è diventato un certificato diffuso a tutte le famiglie, anche a quelle che magari fino allo scorso anno non erano interessate ad ottenerlo. L’avvento dell’assegno unico per i figli, impone questo adempimento ormai a tutte le famiglie.
Per evitare di prendere la quota minima da 50 euro a figlio fino a 21 anni di età, come prevede l’assegno unico universale per i figli, occorre avere un Isee in corso di validità. Anche perché l’assegno andrà a sostituire detrazioni per figli a carico, assegni familiari e tutte le altre misure di welfare per le famiglie fino ad oggi fruibili. E quindi 50 euro non bastano a sanare l’ammanco. Fatta questa premessa per capire l’importanza ormai diffusa di uno strumento che fino a ieri era utile solo a chi aveva interesse a richiedere prestazioni assistenziali, bonus e agevolazioni, vediamo di capire come fare ad ottenere l’Isee in quelle famiglie dove oggettivamente ci possono essere delle difficoltà.
Parliamo per esempio, delle famiglie con genitori separati e reciprocamente dispettosi. La legge prevede che l’Isee rispecchi la situazione familiare. Quindi l’Isee solo del genitore con cui stanno i figli, non è possibile. Come si fa se l’altro genitore è assente o se non vuole consegnare i documenti all’altro per completare l’Isee?
Isee genitori divorziati e separati, alcuni chiarimenti
Il genitore che sia separato o divorziato non va indicato nell’Isee. Infatti non avendo la residenza con ex coniuge e figli, non è necessario che si indichino nella DSU i suoi dati reddituali. Infatti quando si va a compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica, l’Inps ammette questa fattispecie di situazione potendo indicare la presenza di un unico genitore. Questo però se il genitore non convivente ha contratto nuovo matrimonio.
Infatti se l’ex coniuge non ha un’altra famiglia, questi entra nell’Isee dei figli pur non essendo con loro convivente. Naturalmente se non esiste sentenza di divorzio.
L’Isee in questione viene definito Isee minorenni perché utile alle prestazioni rivolte ai figli al di sotto dei 18 anni di età. Entrambi i genitori devono comparire nell’Isee dei figli (il non convivente come componente aggiuntiva), tranne che nei casi di sentenze dei Tribunali che prevedono assegni di mantenimento.
L’Inps così facendo elimina la potenziale anomalia di un doppio inserimento del genitore non convivente che comparirebbe nell’Isee sia per il mantenimento erogato, il cui inserimento nella DSU è in capo all’altro coniuge, che con i suoi redditi.
Al riguardo va detto che i genitori separati non fanno parte dello stesso nucleo familiare e non devono presentare insieme la Dsu nei seguenti casi:
- Separazione legale;
- È stata pronunciata nullità di matrimonio (anche se c’è una semplice ordinanza ma manca ancora la sentenza definitiva);
- Provvedimento giudiziario, anche temporaneo che permette una diversa residenza;
- Al venire meno della patria potestà sui figli;
- Divorzio;
- Abbandono del coniuge.
L’ex coniuge non vuole fornire i documenti all’altro
Il caso spinoso è quello in cui è necessario inserire anche l’ex coniuge nella DSU e quindi nell’Isee. Un ex coniuge che per dispetto o per qualsiasi altro motivo nega i documenti utili all’altro. Come è noto per poter ottenere l’Isee occorre presentare la DSU e tutta una serie di documenti a corredo dell’istanza. Tra questi, i redditi e i patrimoni di tutti i componenti la famiglia richiedente.
Per i patrimoni servono saldo e giacenza media dei conti correnti bancari, postali, dei buoni fruttiferi, dei libretti e di qualsiasi altra forma di risparmio o detenzione di soldi negli istituti di credito.
Documenti che solo l’intestatario può recuperare o chi per lui è delegato ufficialmente. Nel caso del genitore separato, dovrebbe essere lui stesso a fornire questi documenti all’altro coniuge. Così come deve fornire i suoi dati reddituali, da 730, Modello Redditi PF o CU.
Tutte operazioni impossibili da effettuare se ci si trova muro contro muro. E se non si completa l’iter per ottenere l’Isee, il rischio di perdere l’assegno universale sui figli (o perdere parte dell’assegno visto che senza Isee spetterebbero 50 euro al mese a figlio) e tutte le altre prestazioni che è possibile richiedere per la prole con l’Isee minorenni, è assai probabile.
A mali estremi soluzioni estreme, anche per ottenere l’Isee
Il genitore che nega tutto ciò per fare dispetto all’ex coniuge con cui i figli vivono, fa un torto agli stessi figli. Ma ci sono anche altri aspetti diversi dalla semplice negligenza, superficialità o assenza di un genitore.
Il non convivente, magari ai ferri corti con l’ex coniuge, potrebbe non voler far vedere, legittimamente, all’altro, le dotazioni bancarie, i propri redditi e qualsiasi altro dato che più personale di così non si può. Quando si arriva ai ferri corti, come si dice in questi casi, tutto è lecito. L’unica soluzione per ovviare a questo è l’eliminazione della patria potestà. Una soluzione estrema questa, ma a volte l’unica percorribile.
Cos’è la patria potestà
Con la patria potestà vengono sanciti degli obblighi per un genitore rispetto ai figli. E parliamo di obblighi ulteriori rispetto a quelli canonici che sono:
- Sostentare economicamente i figli;
- Provvedere all’istruzione dei figli;
- Fornire una dimora stabile ai figli;
- Permettere ai figli una vita dignitosa;
- Rappresentare la prole davanti alla legge.
Il venire meno ad alcuni obblighi da parte di un genitore, può portare alla revoca di questo diritto/dovere che è la patria potestà.
Nel caso in cui al venire meno di alcuni obblighi al genitore non convivente vengano tolti i diritti relativi alla patria potestà, l’altro genitore può richiedere l’Isee senza problemi.
Si tratta comunque di un adempimento complicato a carico di quel genitore che vorrebbe far togliere all’altro questa patria potestà. Occorre rivolgersi ad un giudice. E va sottolineato che, in base alle statistiche, un giudice leva la patria potestà ad un genitore quando:
- I genitori abusano del loro ruolo;
- I figli vengono trascurati;
- I figli vengono abbandonati;
- I genitori non mantengono i figli;
- Violenza di qualsiasi genere;
- I genitori non forniscono ai figli gli elementi utili ad una vita dignitosa;
- Maltrattamenti.
Naturalmente molto dipende da cosa decide il giudice e da ogni singola situazione. Infatti il negare la possibilità di poter ottenere l’Isee non è di per sé una situazione che può essere la base su cui cercare di eliminare la patria potestà ad un genitore. Bisogna vedere se le prestazioni che vengono meno senza Isee incidono sulla vita dei figli per esempio, ed anche in che misura incidono.