Pochi sanno che anche avere un conto gioco, per scommesse sportive o per i giochi on line che prevedono vincite in danaro, possono risultare indigesti dal punto di vista dell’accesso a bonus, prestazioni agevolate e prestazioni assistenziali. Tutto dipende dall’Isee naturalmente, che resta lo strumento utile proprio ad avere accesso a queste prestazioni.
Le vincite al gioco vanno dichiarate nell’Isee e possono andare ad influenzare il diritto a determinate prestazioni proprio perché fanno salire l’indicatore. Ma c’è dell’altro in relazione ai conti gioco. Si tratta di una problematica che abbiamo riscontrato a seguito di alcune segnalazioni di utenti che rischiano di incappare in conseguenze penali perché beneficiari del reddito di cittadinanza. E parliamo di vincite al gioco senza che necessariamente i soldi vinti vengano incassati.
Una storia particolare quella di chi rischia denuncia e perdita del sussidio per un conto gioco.
“Salve, sono stato un beneficiario del reddito di cittadinanza. Parlo al passato perché da diversi mesi non lo percepisco più. L’Inps su segnalazione della Guardia di Finanza mi ha cancellato dall’elenco dei beneficiari. Anzi, l’Istituto vuole i soldi indietro perché non mi spettavano. Il problema è dipeso da un mio conto gioco presso un concessionario per le scommesse sportive e i giochi telematici. Giochi legali perché assoggettati ad AAMS e quindi del monopolio. Ciò che mi ha portato ad essere escluso dal sussidio è il fatto che dal 2019 avrei vinto qualcosa come 20.000 euro. E adesso devo affrontare una causa per presunta frode allo Stato e per fruizione indebita di aiuti di Stato. Ho 64 anni di età, senza lavoro e senza pensione, e adesso sono davvero nei guai”
Isee e reddito di cittadinanza, il pericolo dei conti gioco
La lettera sfogo del nostro lettore mette in luce il pericolo di avere un conto gioco e percepire aiuti di Stato, come può essere il reddito di cittadinanza ma qualsiasi altro.
I conti gioco fanno parte delle varie banche dati a cui l’Inps ha accesso per verificare il diritto ad un sussidio per una persona. Ma per esempio, nel modello Isee precompilato, o meglio nella DSU precompilata, questi dati non compaiono. Deve essere il diretto interessato a comunicare le vincite inserendole nella DSU. I conti gioco infatti si basano sui dati anagrafici del titolare e sul suo codice fiscale. Il problema è che nelle banche dati è la definizione di vincita che non è quella classica e in cui si è imbattuto il nostro lettore.
Le vincite che non sono vincite
Per una persona normale, vincere significa incassare dei soldi. Per la banca dati, che è quella utilizzata dalla Guardia di Finanza per il lettore, vincite sono genericamente, qualsiasi somma che un software ha ricaricato sul conto gioco del diretto interessato.
Hai giocato 5 euro su tre partite del campionato? Hai vinto 30 euro? Bene, per il conto gioco, o le incassi tramite qualsiasi metodo previsto, o le rigiochi, le hai vinte comunque. Vale lo stesso per le video lotterie, le video slot statali e così via. In pratica, se giochi pochi euro rischi di aver vinto centinaia di euro pure se alla fine del tuo “pericoloso pomeriggio di svago”, alla fine hai perso tutto. Ogni singola combinazione vincente viene considerata vincita. E così su un conto gioco dove l’utente ha versato solo poche decine di euro, si materializzano giri di soldi enormi, virtuali ma enormi. E la Guardia di Finanza con l’Inps considerano evidentemente anche i soldi virtuali come effettivi.
Una vera anomalia questa, che non toglie il nostro lettore dal fatto compiuto di aver commesso un errore visto che con i versamenti del reddito di cittadinanza non si deve giocare ma si devono soddisfare i bisogni primari. Resta il fatto che per una situazione del genere, si rischia grosso. Si rischiano almeno 3 situazioni una più spiacevole dell’altra e cioè:
- Esclusione dal sussidio;
- Richiesta di restituire le somme precedentemente incassate con il sussidio;
- Denuncia per presunta frode ai danni dello Stato.