La Guerra in Ucraina segna la fine della pace in Europa. Ma le ripercussioni sull’economia italiana cominciano già a farsi sentire.
Guerra in Ucraina, non sono solo le bollette ad aumentare
La guerra in Ucraina, voluta dalla Russia, è un colpo al cuore nella pace dell’Europa. Qualcosa che cambierà per sempre la vita di quelle terre. Neanche il tempo di respirare per la curva di contagi che scende e di nuovo siamo tutti con il fiato sospeso. Eppure a pochi giorni dal conflitto le economie cominciano già ad accusarne i colpi. Anche per noi italiani le cose stanno cambiando. Non solo il Caro bollette, ma stanno aumentando anche i prezzi di alcuni elementi di base come la grano e farina.
Per noi italiani la guerra in Ucraina tocca anche il carrello della spesa. Infatti stanno lievitando il prezzo di pane, farina, pasta e biscotti. Inoltre il costo del mais è aumentato del 3.5%, insieme a soia, cereali, e grano tenero. A temere è anche il Made in Italy. Non solo dal punto di vista alimentare, ma anche per settori come moda, agricoltura, turismo, arredamento e settore farmaceutico.
Guerra in Ucraina, vediamo in dettaglio le ripercussioni per l’economia italiana
La Russia dichiarando guerra all’Ucraina ha scatenato l’indignazione di tutto l’Occidente. Ad esempio il mondo del calcio ha subito reagito spostando la finale di Champions League da San Pietroburgo (Russia) alla capitale Parigi (Francia). Anche il mercato delle auto sta frenando le vendite nei confronti della Russia. E in Europa, gli Stati, stanno lavorando per imporre delle tasse alla Nazione russa.
La paura più grande è che il Presidente Putin per ritorsione possa “chiudere i rubinetti” di gas, da cui siamo direttamente dipendenti. Nel frattempo però aumentano le materie prime per la panificazione, come la farina ed il grano. Il CAI- consorzi Agrari d’Italia lancia un allarme: “Occorre impegnarsi per evitare che questa crisi colpisca consumatori e agricoltori – dice l’amministratore delegato Gianluca Lelli – anche a causa di possibili manovre speculative”.
Gli altri settori economici in crisi
In Russia il Made in Italy è molto apprezzato. Tuttavia la guerra congela circa 27 miliardi di interscambio dell’Italia con Russia (21,7 miliardi) e Ucraina (5,4). Secondo quanto riportano i notiziari le imprese di Veneto, Marche ed Emilia Romagna, da sole, coprono il 34,9% del prodotto italiano in Russia. Anche la filiera farmaceutica potrebbe subire un duro contraccolpo. Il nostro Paese ha esportato in media nel 2020-2021 oltre 310 milioni di euro all’anno di prodotti farmaceutici verso Russia e Ucraina.
Negli ultimi anni, pre- pandemia, il turismo russo verso l’Italia aveva subito un incremento. I russi amano il nostro Paese, anche per le temperature molto piacevoli. Ma arrivati qui la moda e gli accessori sono sempre stati acquistati, soprattutto quelli di marchi molto noti. Anche perché una delle date segnate in rosso sul calendario è alle porte: il 24 aprile cade la Pasqua ortodossa, che di solito genera in Italia 175 mila pernottamenti di turisti russi e quasi 20 milioni di euro di fatturato per le attività ricettive. Le ripercussioni nell’economia italiana ci saranno, speriamo solo di riuscire a superarle.