La busta paga a partire dal mese di marzo cambierà e non poco. Questo è più che una certezza dal momento che proprio a partire da marzo, l’elaborazione della busta paga dovrà per forza di cose recepire le tante novità introdotte dalle nuove normative. Cambia tutto sia per aziende, imprese e datori di lavoro che sono chiamati ad elaborare i documenti, che per i lavoratori che li riceveranno.
Busta paga di marzo, si cambia, ecco cosa succede
Assegni familiari, assegno unico, detrazioni che vanno e detrazioni che vengono. Parlare di autentica rivoluzione in materia di buste paga non è certo azzardato alla luce della importanti e notevoli novità introdotte dalla normativa vigente.
Il solo assegno universale sui figli per esempio, cambia radicalmente tutto il settore del welfare per le famiglie che per i lavoratori dipendenti significava assegni familiari e detrazioni per familiari a carico.
Entrambe queste voci resteranno in molte buste paga, ma saranno notevolmente differenti, sia come importi, che come persone a cui fanno riferimento. E poi occorrerà fare i conti con gli assegni al nucleo familiare residui. E poi occorre fare i conti con le detrazioni Irpef che non riguarderanno più alcuni figli che invece entrano nel nuovo strumento dell’assegno unico universale.
Ma c’è ancora altro, perché cambia pure l’integrazione Irpef, il cosiddetto bonus che proviene dal taglio del cuneo fiscale.
Per i professionisti che devono elaborare le buste paga e per le aziende che devono passarle ai loro dipendenti, l’attenzione deve essere massimale. Da marzo entra in scena come detto, l’assegno unico universale per i figli sotto i 21 anni di età. Ma dal 2022 sono entrate in vigore le nuove tassazioni dei redditi di lavoro subordinato. Una miriade di novità che adesso andiamo a spiegare in sintesi.
Assegno unico universale sui figli a carico
Cambiano i benefit per i figli a carico, almeno per quelli fino ai 21 anni di età. Se fino a febbraio su questi figli un lavoratore dipendente che ne aveva diritto, percepiva i cosiddetti ANF (Assegni Nucleo Familiare), da marzo percepirà l’assegno unico universale.
E se gli ANF erano erogati direttamente dal datore di lavoro in busta paga, adesso si passa al pagamento diretto da parte dell’Inps. Un pagamento scollegato dalla busta paga e direttamente sull’Iban indicato in domanda da parte del richiedente. Oltre all’assegno al nucleo familiare, il nuovo assegno unico universale assorbe pure le detrazioni per questi figli a carico. Anche in questo caso, le detrazioni che comparivano sulle buste paga fino a febbraio, adesso non ci saranno più. Sempre in relazione ai figli nel perimetro dell’assegno universale.
Nulla cambia in effetti, per i figli sopra i 21 anni e per il coniuge o gli altri familiari a carico. Le detrazioni resteranno spettanti per chi ne ha diritto ed anche gli ANF continueranno a comparire nelle buste paga. E per quanto concerne le dichiarazioni dei redditi, anche se molti confondono il tutto, restano perfettamente fruibili tutti i bonus anche sui figli a carico che rientrano nell’assegno unico universale.
Infatti le spese di istruzione, piuttosto che le spese sanitarie, restano fruibili. Questo genere di spese, se sostenute da figli sotto i 21 anni ma a carico del genitore, possono dare diritto alla detrazione del 19% come sempre.
Cosa cambia in busta paga sull’Irpef
Novità consistenti riguardano anche la determinazione del trattamento integrativo all’Irpef, il cosiddetto bonus Irpef da 100 euro al mese. Sono cambiati gli scaglioni Irpef applicati, che passano da 5 a 4 e cambia anche la struttura del bonus Irpef del taglio del cuneo fiscale.
La legge di bilancio 2022 è intervenuta in materia di Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). Un intervento piuttosto profondo che ha riguardato sia gli scaglioni Irpef che la materia delle detrazioni spettanti. Inoltre, l’intervento ha riguardato pure il bonus Irpef da 100 euro al mese.
Le nuove aliquote per i 4 scaglioni di reddito sono:
- Fino a € 15.000 euro, 23%;
- Oltre € 15.000 e fino a 28.000 euro, 25%;
- Oltre € 28.000 e fino a 50.000 euro, 35%;
- Sopra i € 50.000, 43%.
Le nuove detrazioni da lavoro dipendente sono:
- Sui redditi non superiori a € 15.000 , € 1.880 di detrazione se il rapporto di lavoro è a tempo indeterminato e mai sotto a € 1.380 se il rapporto di lavoro è a tempo determinato;
- Sui redditi superiori a € 15.000 e fino a € 28000, detrazioni pari al risultato di 1.910 + 1.190 moltiplicato per il risultato di 28.000 – reddito complessivo diviso 28.000 – 15.000;
- Per i redditi oltre € 28.000 euro e fino a € 50.000, detrazioni pari al risultato di 1.910 moltiplicato per il risultato di 50.000 – reddito complessivo diviso 50.000 – 28.000.
Il bonus Irpef da 100 euro come funziona
Per i soggetti con reddito complessivo non superiore a 15.000 euro, spettano 1.200 euro all’anno in busta paga come bonus Irpef o come trattamento integrativo Irpef. È quello che emerge per via del nuovo bonus Irpef che ha sostituito il vecchio bonus Renzi da 80 euro al mese.
Per i redditi non superiori a € 28.000 il bonus spetta a condizione che la somma di tutte le detrazioni (carichi di famiglia, da lavoro dipendente, interessi sui mutui, spese sanitarie, recupero del patrimonio edilizio e così via) sia superiore all’imposta lorda dovuta. Il bonus è determinato in misura pari alla differenza tra la somma delle già citate detrazioni e la stessa imposta lorda.