Crescono, anche se di poco, gli assegni di pensione a partire da gennaio 2022. Scatta da oggi la rivalutazione dell’1,7% sugli assegni di pensione dovuta all’adeguamento all’aumento dei prezzi. L’adeguamento pieno all’inflazione sussiste per le pensioni fino a 4 volte la pensione minima, ovvero fino a 2.062 euro lordi mensili. Nel contempo, il taglio dell’Irpef riguarderà anche i pensionati: il meccanismo a scaglioni andrà a premiare soprattutto i redditi di pensione medi e alti. Intanto, sono state fatte le prime stime dei lavoratori che andranno in pensione anticipata nel 2022: saranno 55 mila.
Pensioni, nel 2022 gli importi cresceranno mediamente dell’1,7%
Al termine di anni in cui l’inflazione è stata pari a zero, da gennaio 2022 le pensioni torneranno a crescere di importo mediamente dell’1,7%. Tuttavia, l’Inps ha avvertito che per i primi tre mesi l’aumento sarà dell’1,6%. Ovvero verrà applicato il tasso di rivalutazione delle pensioni calcolato fino a qualche mese fa. Solo in primavera le pensioni riceveranno l’adeguamento pieno e verrà versato anche il conguaglio.
Pensioni, nel 2022 spariscono le sette fasce: ci saranno solo tre scaglioni di aumento
Un’altra novità sugli importi delle pensioni del 2022 è quella che vede sparire il sistema delle sette fasce per tornare a quello dei tre scaglioni. La rivalutazione è piena per le pensioni di importo fino a quattro volte il minimo, ovvero per assegni fino a 2.062 euro lordi. Per questi importi, l’aumento è del 100%, ovvero dell’1,7%. La percentuale si abbassa per le pensioni di importo superiore, ovvero tra quattro e cinque volte la pensione minima (il 90% dell’1,7% di aumento). Si tratta delle pensioni tra 2.062 e 2.578 euro lordi mensili. Infine, il 75% di aumento (sull’1,7%) è applicato alle pensioni superiori le cinque volte quelle minime (oltre 2.578 euro).
Pensioni 2022, ecco tutti gli importi degli aumenti mensili degli assegni
In base al nuovo meccanismo di calcolo degli adeguamenti delle pensioni, si possono fare degli esempi di adeguamento degli importi a partire da gennaio 2022:
- pensioni di 700 euro nel 2021 saranno aumentate di 11,90 euro. Aumenteranno dunque a 711,90 euro;
- le pensioni di 1000 euro nel 2021 otterranno 17 euro di aumento;
- le pensioni di 1300 euro aumenteranno di 22,10 euro;
- a 1600 euro l’aumento delle pensioni è di 27,20 euro;
- per assegni di 2000 euro l’aumento è di 34 euro;
- per i mensili di 2062,32 euro l’incremento è di 35,06 euro (fine prima fascia);
- per pensioni di 2300 euro aumento di 38,70 euro;
- per i mensili di 2500 euro l’aumento è di 41,76 euro;
- per le pensioni di 2577,90 l’aumento è di 42,95 euro (fine seconda fascia e inizio terza e ultima fascia);
- per gli assegni mensili di 2800 euro, l’aumento è di 45,78 euro;
- per le pensioni di 3000 euro, l’incremento è di 48,33 euro;
- per i mensili di 3500 euro l’aumento è di 54,71 euro;
- per le pensioni di 4000 euro, l’aumento è di 61,08 euro;
- per i mensili di 5000 euro, l’incremento spettante è di 73,83 euro.
Pensioni, nel 2022 gli aumenti degli importi arriveranno anche dal taglio dell’Irpef
Gli aumenti degli importi delle pensioni nel 2022 risentiranno, in positivo, anche del taglio dell’Irpef e delle detrazioni fiscali. Arriverà a marzo prossimo, infatti, il conguaglio per la Irpef non solo per i lavoratori dipendenti e autonomi, ma anche per i pensionati. Dei 7 miliardi di euro stanziati dal governo per la riforma fiscale, 2,6 miliardi andranno ai pensionati. Il conguaglio medio spettante ai pensionati sarà di 178 euro per ogni anno. A beneficiarne maggiormente saranno le pensioni di importo medio e alto. Le pensioni di 48 mila euro, infatti, avranno il risparmio fiscale più elevato, stimabile in 697 euro annui. Per le pensioni dai 40 ai 60 mila euro, il beneficio annuo oscilla tra 500 e 700 euro. Per le pensioni di 24 mila euro il beneficio Irpef si attesta sui 132 euro, mentre per assegni sotto i 18 mila euro il risparmio è di 200 euro.
Nuovi pensionati nel 2022, verso le 55 mila uscite anticipate
Con la nuova quota 102 (che va a sostituire la quota 100), l’opzione donna e l’Ape sociale allargata (alle nuove categorie di lavoratori impiegati in mansioni gravose) il numero delle pensioni anticipate nel 2020 toccherà la cifra di 55.300. Con quota 102, che somma l’età anagrafica di uscita a 64 anni unitamente ad almeno 38 anni di contributi, le uscite previste sono di 16.800 durante tutto il 2022.
Opzione donna, in pensione le lavoratrici di 58 o 59 anni
La legge di Bilancio 2022 ha prorogato, per tutto l’anno, anche l’opzione donna. I requisiti da soddisfare per andare in pensione prima sono i 35 ani di contributi e l’età di 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) o di 59 anni (per le lavoratrici autonome) entro il 31 dicembre 2021. La Ragioneria Generale dello Stato calcola che le donne in uscita con questa misura nel 2022 saranno 17 mila.
Pensioni anticipate Ape sociale, l’allargamento dei lavori gravosi produce poche uscite in più
Prorogata per tutto l’anno dalla legge di Bilancio 2022 anche l’Ape sociale con l’allargamento anche ad altre mansioni usuranti della possibilità di uscita a 63 anni di età. Le categorie di lavori gravosi sono passate da 15 a 23: tuttavia l’allargamento produrrà solo 1.700 lavoratori in più in uscita. Rispetto alle altre categorie di gravosi, edili e ceramisti andranno in pensione con 32 anni di contributi anziché 36.