La crisi economica si fa sentire, e sono tante le attività che in questi mesi di pandemia, hanno chiuso i battenti. Le partite IVA sono in sofferenza, questo è innegabile. La clientela latita, tra positivi, gente in quarantena, soggetti impauriti e regole poco chiare e burocrazia ai massimi livelli. Non c’è lockdown, ma è come se ci fosse. Ma proprio perché non c’è lockdown, il governo non ha previsto ristori. Niente nuovi aiuti alle attività nonostante sia evidente la crisi.
Ma proprio sui ristori, o meglio, sui contributi a fondo perduto che sono stati erogati a molte partite IVA nei mesi precedenti, soprattutto prima della nascita del governo Draghi, ecco la notizia che pochi si aspettavano. Lo Stato prima ti aiuta e si dimostra magnanimo, più inizia il controllo, con una forza senza precedenti.
Non è certo un buon momento per tanti lavoratori autonomi, per tante partite IVA. Molte hanno chiuso da inizio pandemia, e molte altre pensano di farlo.
Alla crisi e alla carenza di clientela, nessuno ha posto rimedio. Nemmeno il governo, soprattutto negli ultimi mesi.
Anzi, con il rincaro della corrente elettrica, la situazione per molte partite IVA è peggiorata.
A tutto questo va aggiunto l’obbligo di fatturazione elettronica anche ai forfettari committenti.
C’è chi ha chiesto nuovi e serrati controlli, per stanare chi ha frodato. Parliamo di chi ha cercato di “fregare” lo Stato, riuscendoci, a recuperare i contributi a fondo perduto pur non avendone diritto.
E già questo è un elemento di disturbo, perché parlare di frodi in una epoca in cui tutto è digitale, dove con un click le Entrate possono appurare la veridicità dei dati prima di pagare un contribuente, appare quanto meno particolare.
Parliamoci chiaro, di furbetti che cercano stratagemmi per fregare il Fisco o lo Stato, l’Italia è piena. Semmai è criticabile il metodo che lo Stato adotta per stanarli. Passare al setaccio tutti, questa la soluzione adottata sempre e lo sarà pure stavolta.
Lo conferma Telefisco, che parla di controlli serrati a 360° sulle partite IVA indennizzate dai contributi a fondo perduto e dal contributo perequativo.
Lo Stato in pratica, prima paga, e poi “viviseziona” le partite IVA a caccia di furbetti.
E nel mirino finiranno davvero tutti, cioè
tutte quelle partite IVA che a stento riescono a restare con le saracinesche alzate.
Partite IVA che hanno ottenuto i contributi per via del calo di fatturato tra un periodo e l’altro, tra un anno e l’altro.
In base ai dati che le stesse Entrate avevano già disponibili prima di partire coi bonifici. Invece adesso nel si passa ai controlli a tabula rasa, per tutti, anche per chi oggettivamente ha chiesto i contributi perché davvero in difficoltà evidente.
Non certo una bella situazione per molte partite Iva che adesso rischiano di doversi barcamenare tra carte e scartoffie per rispondere a richieste di giustificazione di un contributo che fu erogato da un Fisco, che adesso ha paura di aver sbagliato.