Oggi in questa rapida guida ed essenziale ci addenteremo nel mondo della dichiarazione IVA, per scoprirne di più e capire soprattutto come fare dichiarazione IVA senza contestazione. E cosa si rischia, qualora si incappa in una contestazione del documento.
Dichiarazione IVA, di cosa si tratta
Innanzitutto, partiamo dalla base della questione, stabilendo di cosa si tratta, quando parliamo di dichiarazione IVA.
In maniera molto rapida ed essenziale, possiamo dire che la dichiarazione Iva è quel documento fiscale che il professionista deve a presentare all’Agenzia delle Entrate al fine di indicare le operazioni attive e passive in relazione all’anno d’imposta precedente.
Tale documento è costituito da due elementi che vediamo di seguito:
- un modulo che è costituito da più quadri, sui quali vanno indicati i dati contabili relativi all’attività svolta;
- un frontespizio con due facciate: una relativa all’informativa sulla privacy e l’altra al codice fiscale e ai dati anagrafici del dichiarante;
Ma a cosa serve la dichiarazione IVA?
In sostanza, tale dichiarazione Iva è necessaria a calcolare le imposte e, quindi capire a quanto ammonta l’Iva da versare o se il contribuente ha diritto ad un credito. Il credito eventuale potrà essere utilizzato in compensazione in base alle seguenti modalità:
- per crediti Iva fino a 5.000 euro: compensazione libera;
- per crediti Iva da 5.000 euro a 15.000 euro: la compensazione deve necessariamente essere preceduta dall’invio del modello Iva;
- per crediti Iva superiori a 15.000 euro: la compensazione deve essere preceduta dall’invio del modello Iva munito del visto di conformità.
Dichiarazione IVA senza contestazioni
Andiamo, dunque a vedere il nocciolo della questione, quello che è lo snodo centrale della nostra guida: ovvero come evitare contestazioni nella dichiarazione IVA.
Nella probabilità in cui la dichiarazione Iva dovesse essere scartata dall’Agenzia delle Entrate, il contribuente, per evitare di incappare nelle sanzioni che vedremo successivamente, può effettuare un nuovo invio del modello entro 5 giorni dalla data di scarto.
In ogni caso, per dribblare eventuali problemi e poter dimostrare che il modello Iva è stato presentato nel rispetto dei termini previsti, si consiglia sempre di conservare sia la comunicazione ricevuta da parte dell’Ente e sia la dichiarazione corretta inviata successivamente.
Sanzioni per dichiarazione IVA errata, cosa si rischia?
In ultimo, ma non ultimo, nel novero della questione, vediamo cosa si può rischiare in caso di dichiarazione IVA effettuata in maniera errata o comunque contestata.
Qualora il contribuente avesse trasmesso la dichiarazione IVA oltre il termine di scadenza andrà incontro al pagamento di determinate sanzioni. Ad esempio, se il modello viene presentato entro 90 giorni dalla scadenza del termine, sarà comunque valido ma è necessario pagare una sanzione da un minimo di 250 euro ad un massimo di 2000 euro. Ad ogni modo, l’invio tardivo della dichiarazione può essere sanato con il ravvedimento operoso cioè pagando una sanzione ridotta di 25 euro.
Invece, la dichiarazione Iva presentata oltre 90 giorni dal termine si considera omessa e comporta l’applicazione delle seguenti sanzioni:
- dal 120% al 240% dell’ammontare dell’imposta dovuta, con un minimo di euro 250,00, in presenza di debito d’imposta;
- da 250 euro a 2000 euro se il soggetto effettua esclusivamente operazioni per le quali non è dovuta l’imposta.
Questo, dunque è quanto vi fosse di più utile e necessario da sapere in merito alla questione relativa alla dichiarazione IVA e come agire in caso di contestazione dell’ invio del modello.